Lo scorso mondiale Superbike è stato vinto da Toprak Razgatlıoğlu, pilota affermatosi come uno dei più interessanti nel panorama delle derivate di serie, ad ogni modo, il favorito nelle scommesse Superbike 2022 non è il turco ma Alvaro Bautista, pilota del team Aruba.it Racing – Ducati: il trionfo dello spagnolo a fine stagione viene offerto con la quota più bassa, a 2,00. Il secondo nella griglia dei favoriti dei bookmaker per la vittoria del Mondiale Superbike 2022 è Jonathan Rea: la possibilità che il britannico si riprenda la corona indossata ininterrottamente dal 2015 al 2020, è offerta a 2,35. Subito dopo il centauro di Ballymena, c'è il campione uscente Toprak Razgatlıoğlu del team Pata Yamaha with Brixx WorldSBK, il cui bis viene offerto a 5,00.
Il distacco tra questo terzetto e il resto dei piloti è enorme, come dimostra il panorama delle scommesse online disponibili su Eurobet. Le quote vincente mondiale Superbike attribuiscono poche probabilità a tutti gli altri concorrenti. Andrea Locatelli, Alex Lowes, Michael Ruben Rinaldi, Scott Redding, Garrett Gerloff, Iker Lecuona e Axel Bassani sono bancati a 101,00. Stessa quota su Eurobet per la voce 'Altro', con cui vengono indicati i piloti non quotati. Ridotte a un lumicino, quasi nulle, le speranze di vincere il campionato superbike per piloti come Michael Van der Mark, Xavi Vierge, Lucas Mahias, Loris Baz, Philipp Öttl, Hafizh Syahrin, Kohta Kozane, Euegenen Laverty, Leandro Mercado, tutti bancati a 1001,00 volte la puntata.
Al campionato mondiale di Superbike possono prendere parte esclusivamente quelle moto che hanno un numero minimo di esemplari prodotti, in modo da poter considerare il modello come una produzione di serie e non come una "special" (un esempio è costituito dalla Ducati Desmosedici RR, prodotta in soli 1500 esemplari, non può essere schierata nel campionato).
Le moto Superbike sono dunque derivate da un modello di serie, mentre le MotoGP che partecipano al Motomondiale, sono autentici prototipi non in vendita. A livello prestazionale, le MotoGP dispongono circa di 250 cavalli e raggiungono una velocità massima attorno ai 350 km/h, mentre le Superbike hanno circa 220 cavalli e raggiungono i 320–330 km/h. In termini di tempo sul giro, le migliori MotoGP girano circa 2” più velocemente rispetto alle migliori Superbike. La seconda differenza tra Superbike e MotoGP consiste nella presenza di due gare per ogni Gran Premio (3 dal 2019). Ogni corsa assegna punteggi indipendenti ai piloti.
La storia della Superbike affonda le sue radici all'inizio degli anni '70, quando il pilota statunitense Steve McLaughlin, che oltre a gareggiare era rappresentante dei piloti AMA (American Motorcyclist Association), propose la sua idea di creare una nuova categoria di moto, chiamata Superbike Production, da utilizzare in corse di supporto agli AMA Roadrace Nationals.
McLaughlin espose la sua intuizione a vari organizzatori e nel 1973 vide concretizzarsi i suoi sforzi: in quell'anno, infatti, ebbe luogo una competizione di Superbike Production a supporto della gara "Laguna Seca AMA National" a Monterey, in California.
L'idea del centauro americano piacque e negli anni seguenti la categoria si espanse fino ad ottenere nel 1976 il riconoscimento nazionale grazie all'interessamento di Jim France del Daytona International Speedway e di Ed Youngblood, dirigente dell'AMA.
McLaughlin fu uno dei piloti più rappresentativi della categoria e divenne poi team manager e promotore. In questo ruolo si prodigò per ingaggiare i migliori piloti europei per disputare la 200 miglia di Daytona, che dal 1985 si disputò con le Superbike. Questo suo impegno lo convinse della concreta possibilità di organizzare un campionato del mondo riservato alle motociclette derivate di serie, ottenendo persino il consenso della FIM per l'organizzazione della serie iridata.
Il primo Campionato mondiale Superbike (noto anche con la sigla SBK) fu organizzato nel 1988 con un regolamento redatto dalla FIM, organizzato e gestito dalla FGSport.
ùCon una stagione di debutto incentrata su una serie di corse in Europa, la neonata categoria attrasse a sé team, piloti e case costruttrici (obbligate a produrre a e mettere in vendita dai concessionari almeno 1000 esemplari della moto di serie da cui derivare quella da corsa da iscrivere al campionato), che potevano mantenere un’alta competitività a costi più contenuti rispetto al Campionato mondiale Formula TT, che era riservato a prototipi molto costosi dotati di motori derivati dalla serie, pur assicurando agli spettatori il medesimo livello di spettacolo.
Negli anni ‘90 il Campionato mondiale Superbike non godeva di chissà quale considerazione, anzi, veniva considerato come un lontano parente del più ricco e famoso circus del Motomondiale. Verso la fine del decennio, tuttavia, la Superbike vide la sua popolarità crescere in maniera sensibile. Un nuovo momento di declino fu vissuto nella stagione 2000, quando Yamaha decise di ritirare il proprio team ufficiale, per concentrare tutti i propri sforzi economici sulla MotoGP.
La casa di Iwata, alla fine della stagione 2002 fu seguita da Honda e Kawasaki. Il ritiro dei costruttori nipponici finì per impoverire il livello tecnico della competizione (parteciparono costantemente solo Ducati e Suzuki). Fortunatamente, negli anni successivi le Yamaha, Honda e Kawasaki, decisero di rimettersi in gioco o con team privati cui veniva fornito il materiale ufficiale, rendendo nuovamente competitivo il mondiale.
Con tante novità nei regolamenti, ad esempio l'introduzione del fornitore unico di pneumatici (Pirelli dal 2004) che ha posto tutti i piloti sullo stesso livello, favorendo lo spettacolo, la Superbike è riuscita a coinvolgere un numero sempre più elevato di piloti donando rinnovato prestigio alla categoria. Questo innalzamento di livello della competizione ha avvantaggiato lo spettacolo, attraendo nuovi team come BMW e spingendo Aprilia al ritorno.
Lo scorso campionato SBK (2021) ha visto l'interruzione del dominio del britannico Jonathan Rea, che per sei stagioni di seguito ha trionfato in sella alla sua Kawasaki ZX-10R, fino a quando non è stato spodestato dal turco Toprak Razgatlıoğlu, emerso come uno dei piloti più interessanti nel panorama motociclistico. La sfida tra Rea e Razgatlıoğlu è pronta a rinnovarsi anche in questa edizione, con Alvaro Bautista come terzo incomodo. Dopo l'inizio del campionato ad aprile, da parte degli appassionati pronti a vivere un'altra entusiasmante stagione, c'è un carico enorme in termini di attesa per conoscere come sarà la classifica mondiale superbike alla fine del campionato e che si fregerà del titolo di campione 2022. Tra le scuderie, invece, la lotta sembra riguardare principalmente Ducati, Kawasaki e Yamaha.
Il pilota più vincente nella storia della Superbike è Jonathan Rea, centauro ancora in attività, con 6 successi consecutivi ottenuti con la Kawasaki nel 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 (una striscia interrotta solo dall'astro nascente Toprak Razgatlıoğlu, vincitore nel 2021 con la Yamaha). Subito dopo, c'è il connazionale Carl Fogarty, che ha ottenuto 4 titoli con la Ducati. Il podio dei piloti più vincenti della SBK viene completato dall'australiano Troy Bayliss, anche lui in sella alla Ducati.
Altri piloti che hanno fatto la storia di questo campionato e che vale la pena di citare per le loro vittorie sono: Doug Polen, Troy Corser, Scott Russell, Aaron Slight, John Kocinski, Noriyuki Haga, Colin Edwards, James Toseland, e Max Biaggi. Tra di essi, soltanto due piloti hanno conquistato un titolo anche nel Motomondiale, ovvero Kocinski e Biaggi.
Superbike: l'albo d'oro recente (ultimi 10 anni)
Anno Pilota Scuderia
2012 Max Biaggi Aprilia
2013 Tom Sykes Kawasaki
2014 Sylvain Guintoli Aprilia
2015 Jonathan Rea Kawasaki
2016 Jonathan Rea Kawasaki
2017 Jonathan Rea Kawasaki
2018 Jonathan Rea Kawasaki
2019 Jonathan Rea Kawasaki
2020 Jonathan Rea Kawasaki
2021 Toprak Razgatlıoğlu Yamaha
Per quel che riguarda il campionato costruttori, è l'italiana Ducati a primeggiare con 17 titoli mondiali. Seguono la Kawasaki con 6 titoli e Aprilia e Honda con 4, Yamaha a quota 2 e Suzuki con un solo titolo. Riguardo al campionato piloti, invece, in vetta alla classifica troviamo sempre la Ducati con 14 titoli, davanti a Kawasaki con 8 titoli e Honda a 6, mentre Aprilia si trova a 3 titoli. Infine, Suzuki e Yamaha vantano 1 titolo a testa. Risalire la graduatoria sarà molto complicato per alcune case motociclistiche, ma mai dire mai, specie in eventi e competizioni dalla durata tanto considerevole.