Quote Inter-Liverpool: le migliori scommesse

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Mercoledì 16 febbraio alle ore 21:00 lo stadio Giuseppe Meazza di San Siro a Milano ospiterà Inter-Liverpool, partita di andata degli ottavi di finale della UEFA Champions League 2021-2022. I nerazzurri sono arrivati a questa fase della competizione dopo aver ottenuto il secondo posto nel gruppo D, alle spalle del Real Madrid, mentre la formazione inglese si è classificata al primo posto a punteggio pieno nel gruppo B. Osservando i numeri per le scommesse su Inter-Liverpool proposte su Eurobet si può notare come secondo i bookmaker i favoriti siano i Reds: il 2 degli uomini allenati da Jürgen Klopp viene bancato a 2,10, una quota inferiore, seppur non di molto, all'1 della squadra di Simone Inzaghi, bancato a 3,35. L'eventuale finale in parità, invece, viene offerto a 3,60. Per quanto riguarda il numero di gol, a guardare le quote di Inter-Liverpool emerge che ci sono buone probabilità di assistere a un incontro con più di due marcature: l’esito over 2,5 viene offerto a quota 1,65 (mentre l'under 2,5 paga a 2,10), il gol-gol viene bancato a 1,57 (mentre il no gol viene offerto a 2,25).

Precedenti Inter-Liverpool

Nella storia di Inter-Liverpool esistono 4 incontri ufficiali, tutti avvenuti nella più seguita competizione europea per club, in Coppa dei Campioni prima e poi in Champions League. Nel testa a testa sono in vantaggio gli inglesi, vincitori in 3 match contro 1 sola vittoria dei nerazzurri.

La prima volta che i destini di queste due squadre si sono incrociati fu in semifinale nell'edizione della Coppa dei Campioni 1964-1965, poi vinta dal club milanese. E dire che la semifinale d'andata giocata ad Anfield il 4 maggio 1965 coincise con una sconfitta per 3-1. Quella sera i Reds colpirono dopo soli 3' di gioco con un gol di Roger Hunt ma furono ripresi pochi minuti più tardi dalla rete di Sandro Mazzola al 10'. Prima di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo, però, Ian Callaghan riportò avanti la formazione di casa, e a un quarto d'ora dal triplice fischio, Ian St. John siglò anche la terza rete.

Molto diversa fu la partita di andata allo Stadio Giuseppe Meazza. L'Inter guidata da Helenio Herrera impiegò meno di dieci minuti per colpire due volte, andando a segno prima con un destro di Mariolino Corso e poi con un tap-in dello spagnolo Joquin Peiró. La terza rete dell'incontro che decretò l'accesso in finale, fu siglata dall'indimenticato Giacinto Facchetti. In finale, poi, l'Inter sconfisse il Benfica di Eusebio laureandosi campione.

I due precedenti più recenti invece, risalgono alla stagione 2007-2008, quando Inter e Liverpool si affrontarono agli ottavi di finale di Champions League. La prima partita fu giocata in casa degli inglesi che si affermarono con il punteggio di 2-0. Dopo aver resistito per quasi tutta la partita, la squadra guidata da Roberto Mancini dovette arrendersi nei minuti finali, e cadde sotto i colpi di Dirk Kuyt all'84' e di Steven Gerrard al 90'.

Anche la partita di ritorno giocata a San Siro l'11 marzo 2008 fu vinta dai Reds, che in quell'occasione si imposero grazie a un destro del "Niño" Fernando Torres, poco dopo l'ora di gioco.

 

Inter

Missione doppia stella per l'Inter, squadra che nello scorso campionato è riuscita nell'impresa di interrompere il dominio quasi decennale della Juventus, costretta ad abdicare dopo una striscia da record di 9 scudetti consecutivi. Un traguardo che i tifosi nerazzurri attendevano dal lontano 2010, anno in cui vinsero un memorabile triplete festeggiando la vittoria di Scudetto, Coppa Italia e Champions League, reso ancor più dolce dal sorpasso ai cugini del Milan, fermi a 18 titoli. La figura di fondamentale importanza dietro il trionfo in Serie A da parte dell'Inter è indubbiamente quella di Antonio Conte, tecnico che da calciatore era stato un nemico giurato dei nerazzurri e che una volta intrapresa la carriera in panchina da professionista ha accettato di confrontarsi con un ambiente pieno di riserve nei suoi confronti ottenendo risultati fino a poco tempo fa impensabili. Al primo anno il salentino, uscito dalla Champions, è arrivato in finale di Europa League fermandosi a un passo dalla quarta coppa UEFA nella storia della Beneamata, sconfitto dal Siviglia, e anche in campionato il secondo posto è giunto con un solo beffardo punto di distacco dalla Juventus.

La seconda stagione è stata quella buona, in cui Conte, trascinato dai gol di Romelu Lukaku ha riportato il titolo alla Pinetina. In perfetto stile interista, però, le cose si sono improvvisamente complicate: il Gruppo Suning, holding cinese proprietaria del club, ha fatto i conti con un'importante crisi finanziaria in patria ed è stata costretta a varare una sorta di spending review con sacrifici tecnici di rilievo nonostante la vittoria del titolo. Conte, che sui temi di mercato si è spesso dimostrato intransigente nel corso della sua carriera, ha preferito fare un passo indietro risolvendo il suo legame con il club nerazzurro. Poco dopo, puntualmente, sono arrivate le cessioni a peso d'oro di Achraf Hakimi al PSG e Romelu Lukaku al Chelsea.

Nel mezzo della tempesta, all'Inter è arrivato Simone Inzaghi, che dopo aver concluso un'esperienza pluriennale partita dalle giovanili fino alla panchina della prima squadra della Lazio, ha accettato di raccogliere la pesante eredità del mister pugliese. Va detto che nonostante le cessioni, Beppe Marotta e Piero Ausilio hanno fatto un gran lavoro rimpiazzando i partenti con sostituti all'altezza e a buon mercato. Perso Christian Eriksen dopo il dramma sfiorato a Euro 2020, il duo di mercato della società nerazzurra si è fiondato su Hakan Calhanoglu, scippato a parametro zero ai cugini del Milan. A costo zero è arrivato anche Edin Dzeko dalla Roma. Gli altri acquisti sono stati Joaquin Correa, preso dalla Lazio per una trentina di milioni di euro e l'olandese Denzel Dumfries per la fascia destra. Rientrato alla base Federico Dimarco, la batteria degli esterni è stata completata. Pur iniziando il campionato in maniera, non brillante, inizialmente indietro rispetto a Napoli e Milan, l'Inter ha trovato scalando posizioni in classifica fino ad arrivare in vetta e a gennaio si è ulteriormente rinforzata tesserando Robin Gosens dall'Atalanta e Felipe Caicedo (altro fedelissimo di Inzaghi) dal Genoa per non lasciare nulla al caso e puntare al bis Scudetto.

Liverpool

Lo scorso anno non è stato tra i più memorabili per il Liverpool che ha concluso senza festeggiare neanche un titolo, cedendo lo scettro di campione al City. Jürgen Klopp e i suoi hanno finito la Premier League alle spalle di Manchester City e Manchester United, con un gap di 17 e 5 punti. Anche la campagna europea non è stata esaltante: pur qualificandosi agli ottavi di finale da primo nel proprio gruppo di Champions League, i Reds dopo aver eliminato un avversario più soft come l’RB Lipsia, sono stati eliminati ai quarti di finale a seguito della doppia sfida contro il Real Madrid (punteggio di 3-1 per il Real al Bernabeu e pari a reti bianche ad Anfield). Le cose non sono andate meglio nelle coppe nazionali: in FA Cup l'avventura si è conclusa al quarto turno per mano dei rivali del Manchester United, mentre nella coppa di lega (EFL Cup), l'eliminazione si è consumata ai calci di rigore contro l'Arsenal, di nuovo al quarto turno. Contro i Gunners, sempre dal dischetto, il Liverpool aveva perso all'inizio della stagione anche il match che metteva in palio il Community Shield.

Nonostante i risultati poco appaganti, la dirigenza dei Reds ha rinnovato la grande fiducia nel suo manager Jürgen Klopp, consapevoli delle sue capacità della forza di una rosa che può fare affidamento su calciatori temibilissimi come i campioni Momo Salah, Sadio Mané e Roberto Firmino. Inoltre il Liverpool in questa stagione ha ritrovato Virgil van Dijk, elemento di capitale importanza per gli equilibri difensivi e per il suo enorme carisma, costretto a saltare quasi tutta l'annata precedente per colpa di un grave infortunio che gli ha fatto perdere anche gli europei. Col ritorno del suo totem al timone della difesa, il Liverpool ha ritrovato sicurezza nella fase difensiva e in campionato e anche se ha un distacco ormai importante dalla vetta del City, è al secondo posto in Premier e ancora in corsa su tutti i fronti, dalla Champions alle coppe domestiche (è agli ottavi in FA Cup e in finale di EFL Cup dove affronterà il Chelsea il prossimo 27 febbraio a Wembley).

Così com'era già avvenuto la scorsa estate, il Liverpool non ha compiuto particolari movimenti nel corso della finestra di calciomercato principale, aggiungendo come unico innesto a una rosa già molto competitiva il solo Ibrahima Konaté, 22enne difensore franco-maliano prelevato dal RB Lipsia per 40 milioni di euro. Eppure in estate c'erano state anche alcune partenze significative, tra cui spicca principalmente quella dell'olandese Georginio Wijnaldum, partito a zero dopo cinque stagioni ricche di gioie e trofei, per firmare con la superpotenza francese Paris Saint-Germain. Un altro a lasciare il Liverpool è stato Xerdan Shaqiri, finito al Lione per 6 milioni. Ci sono state anche uscite di secondo piano, tra cui Harry Wilson, finito al Fulham per 14 milioni, e Taiwo Awoniyi, ceduto definitivamente all'Union Berlino. Nel mercato di gennaio, invece, è arrivato il 25enne colombiano Luis Diaz, pagato 45 milioni al Porto.