Mercoledì 25 novembre a San Siro si disputerà l'incontro di ritorno della fase a gironi di Champions League tra Inter e Real Madrid. All'andata i nerazzurri sono stati sconfitti 3-2 sul campo dei madrileni e ora devono assolutamente vincere in casa in quello che è a tutti gli effetti un match da dentro fuori per avere ancora chance di qualificarsi alla fase successiva della coppa. La situazione di classifica per Inter e Real è abbastanza complicata e assolutamente difficile da prevedere prima dell'inizio della Champions: i milanesi, infatti, sono ultimi a quota 2, mentre il Real ha 4 punti come lo Shaktar. Comanda la classifica il Borussia Mönchengladbach con 5 punti. Le quote relative alle scommesse Inter-Real Madrid su Eurobet fotografano una situazione di sostanziale equilibrio: l'1 è pagato a 2,40 mentre il 2 vale 2,80 e il pari 3,60.
Secondo gli addetti ai lavori che hanno stilato le quote Inter-Real Madrid, la partita di San Siro dovrebbe essere giocata senza eccessivi tatticismi, motivo per cui segni come l'over 2,5 e il gol-gol sono offerti a quote ritenute probabili come 1,57 e 1,50.
Inter e Real Madrid, due grandi del calcio europeo con una secolare tradizione sportiva, si sono già affrontate in Champions League, sin dai tempi in cui il trofeo era chiamato Coppa dei Campioni. I precedenti totali in Champions tra i milanesi e i madrileni sono in totale 10: nel testa a testa sono in vantaggio i nerazzurri, vittoriosi in 5 occasioni contro i 4 successi dei blancos e 1 pareggio. Guardando soltanto alle sfide in casa, lo score è più che favorevole all'Inter che non ha mai perso, riportando 3 vittorie e 1 pareggio. Se si prendono in esame anche gli altri confronti in coppe europee come la Coppa UEFA e la Coppa delle Coppe, i precedenti totali sono 16 e vedono una parità perfetta con 7 successi dell'Inter, 2 pareggi e 7 vittorie del Real Madrid.
Il precedente più fresco tra Real Madrid e Inter risale alla gara d'andata di questo girone di Champions League, vinta dal Real Madrid col risultato di 3-2: la squadra di Zidane si è portata sul doppio vantaggio con i gol di Benzema e Sergio Ramos, Lautaro Martinez ha poi accorciato le distanze quando mancavano una decina di minuti alla fine del primo tempo. Nella ripresa la squadra di Conte aveva persino trovato il momentaneo 2-2 ma a 10' dalla fine è arrivato il gol di Rodrygo che ha fissato il punteggio sul 3-2 finale.
Prima di allora l'ultimo precedente risaliva alla stagione 1998-1999, nel Gruppo C di Champions: allo stadio San Siro il ritorno finì 3-1 per l'Inter: i nerazzurri all'epoca allenati da Gigi Simoni si portarono in vantaggio con Zamorano, a cui rispose il futuro interista Seedorf. Nel finale di partita salì in cattedra un certo Roberto Baggio che tra l'86' e il 90' mise a segno una doppietta consegnando la vittoria ai suoi. All'andata a Madrid, invece, era finita 2-0 per gli spagnoli con le reti di Hierro su rigore e ancora Seedorf.
Il secondo posto in Serie A ad un solo punto di distacco dalla Juventus e la finale di Europa League persa contro il Siviglia, certificano i grandi passi in avanti compiuti dall’Inter nel suo processo di restaurazione da grande del calcio europeo. A conclusione dell’annata 2019-2020 per la squadra di Antonio Conte non sono arrivati trofei, è vero, ma se si considera dove si trovava la società nerazzurra fino a qualche stagione fa, quando il ritorno in Champions League era l’obiettivo principale, sono stati compiuti dei passi in avanti di portata pazzesca. Gran parte del merito va al Gruppo Suning, proprietario del club che sta facendo il possibile per rendere competitiva la squadra ai livelli della Juventus, pur restando nei parametri imposti in termini di budget dai regolamenti UEFA. E pensare che verso il finire della scorsa stagione tutto poteva andare in pezzi dopo le tensioni emerse tra Conte e la proprietà, con il tecnico che lamentava di voler maggiore protezione per sé e per la squadra nel corso dell’annata. Dopo un fine lavoro diplomatico, la frattura tra allenatore e vertici del club sembra esser stata sanata e le parti hanno scelto di proseguire il matrimonio (anche perché Conte è il tecnico più pagato del nostro campionato con un ingaggio da 12 milioni di euro all’anno…). Grazie al mercato gestito dal dg Beppe Marotta e dal ds Piero Ausilio, l’Inter ha fatto il possibile per assottigliare il gap con la Juventus, conducendo un mercato importante.
Achraf Hakimi, esterno marocchino di passaporto spagnolo, pagato 40 milioni al Real Madrid, dopo essersi fatto notare nel biennio vissuto in prestito con la maglia del Borussia Dortmund è stato il primo acquisto del calciomercato dell’Inter che ha poi riscattato Sensi e Barella da Sassuolo e Cagliari. In attacco, per infoltire le alternative a disposizione di Conte, è tornato il giovane Andrea Pinamonti dal Genoa.
I nerazzurri hanno acquisito ancor più esperienza dopo l’innesto di due veterani del calcio del calibro di Aleksandar Kolarov, acquistato per poco meno di un paio di milioni di euro dalla Roma, e Arturo Vidal, preso dopo essere stato lasciato libero dal Barcellona. Da svincolato è arrivato anche Alexis Sanchez, che era già stato in prestito ai nerazzurri dal Manchester United nello scorso campionato: risolto il contratto che lo legava al club inglesi, il cileno ha potuto firmare un nuovo accordo a titolo definitivo con i nerazzurri. Tornato dal prestito al Bayern Monaco (con cui ha vinto il Triplete), anche Ivan Perisic è stato confermato nella rosa a disposizione di Conte. L’ultimo acquisto in ordine cronologico è stato Matteo Darmian dal Parma, jolly difensivo che accresce le alternative di Conte.
Hanno lasciato la squadra nerazzurra Borja Valero, a cui non è stato rinnovato il contratto (è tornato alla Fiorentina) e Diego Godìn, svenduto al Cagliari. Valentino Lazaro è tornato in Bundesliga per vestire la maglia del Borussia Mönchengladbach che lo ha preso in prestito con obbligo di riscatto. È stato venduto anche Antonio Candreva, acquistato dalla Sampdoria. Alla fine è andato via anche João Mario, ceduto allo Sporting Lisbona.
Dopo un biennio di dominio del Barcellona nel campionato spagnolo, il Real Madrid nella passata stagione è finalmente tornato a festeggiare la vittoria della Liga spagnola interrompendo l'egemonia dei catalani. Per i madrileni, il cui ultimo successo era datato alla stagione 2016-2017, si è trattato del 34° titolo nazionale. Come nel 2017, l'artefice in panchina della vittoria madridista è stato Zinedine Zidane, tecnico che è stato un simbolo del club da giocatore e che alla guida dei blancos è riuscito nell'impresa di vincere ben tre edizioni della Champions League di fila (eguagliando il primato di Carlo Ancelotti e dell'inglese Bob Paisley, e diventando al tempo stesso il primo e unico allenatore ad aver vinto tre edizioni consecutive della Coppa dei Campioni/Champions League), l'ultima delle quali nella stagione 2017-2018, dopo la quale aveva dato l'addio alla "casa blanca".
La lontananza dalla città di Madrid, ad ogni modo, è durata poco poiché Zizou, richiamato da Florentino Perez, è tornato al timone della squadra l'11 marzo 2019, dopo l'esonero di Julen Lopetegui e il breve intermezzo da allenatore ad interim di Santiago Solari. Da allora il Real Madrid ha vinto una Supercopa de España 2019 ai rigori contro l’Atletico (la nona finale vinta su 9 disputate da allenatore del Real) e il secondo titolo nazionale da allenatore.
Ma veniamo ai giorni nostri e alla stagione iniziata da qualche mese. Dopo aver vinto il campionato ci si aspettava che il Real Madrid si rinforzasse con dei nuovi acquisti, invece, in maniera abbastanza sorprendente Florentino Perez si è contraddistinto per un insolito immobilismo sul mercato. Per il Real Madrid, protagonista di campagne acquisti faraoniche nel recente passato, è davvero insolito non comprare neanche un giocatore eppure la sessione estiva è andata proprio così. Ci sono stati due rientri dai prestiti importanti come quello di Martin Ødegaard, rientrato alla base dopo aver ben impressionato con la maglia della Real Sociedad, e di Alvaro Odriozola, dopo 6 mesi trascorsi con la maglia del Bayern Monaco.
A fronte di nessun acquisto messo a segno, i madrileni sono riusciti comunque ad incassare una cifra vicina ai 100 milioni di euro dalle cessioni di diversi giocatori: l'uscita più remunerativa è stata quella di Achraf Hakimi, ceduto all'Inter per 40 milioni di euro dopo essersi valorizzato nel biennio trascorso in prestito al Borussia Dortmund. Altra operazione di rilievo è stata la cessione del terzino sinistro Sergio Reguilón, ceduto per 35 milioni di euro agli inglesi del Tottenham. Venduto anche il fantasista Oscar Rodriguez, acquistato dal Siviglia per circa 13,50 milioni di euro, e i giovani Javi Sanchez (Valladolid), Jorge de Frutos e Dani Gomez (entrambi ceduti al Levante). Via a farsi le ossa in prestito in Serie A anche Borja Mayoral (prestito oneroso alla Roma) e Brahim Diaz (prestito secco al Milan).