Quote Torino-Fiorentina: le migliori scommesse

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Per la sfida tra Torino e Fiorentina dell'8 dicembre 2019, valevole per la 15a giornata di Serie A, l'orientamento dei bookmakers sembra essere davvero molto prudente. Lo si può evincere dalla differenza minima esistente tra le quote Torino-Fiorentina. Secondo gli addetti ai lavori le due squadre hanno più o meno le stesse possibilità di ottenere la vittoria: la Fiorentina pur giocando in trasferta ha una quota più bassa di un paio di decimali rispetto ai padroni di casa del Toro. Le scommesse Torino-Fiorentina vedono il pareggio, risultato che servirebbe poco a entrambe le formazioni, venire offerto con una quota più alta. Mentre c'è incertezza sul numero di goal che potrebbe regalare la sfida, le quote Torino-Fiorentina fanno ritenere probabile una partita da segno goal.

Precedenti Torino-Fiorentina

Torino e Fiorentina si sono affrontate ben 140 volte nella storia del campionato di Serie A. Il bilancio del testa a testa tra le due squadre è in grande equilibrio ma pende leggermente a favore dei granata che possono vantare 47 vittorie contro le 45 dei viola, mentre in 48 occasioni il match è finito in parità.

Se si prendono in considerazione esclusivamente gli incontri giocati in casa del Torino, il dato non cambia ma è persino più netto: in 70 precedenti 38 vittorie piemontesi, 19 pareggi e 13 vittorie dei gigliati. Quanto a goal fatti è in vantaggio la Fiorentina con 179 reti contro le 177 granata.

Nella passata stagione Torino e Fiorentina si sono affrontate tre volte. Oltre alle due sfide in campionato, infatti, le due squadre si sono incrociate agli ottavi di finale di Coppa Italia.

Il primo confronto stagionale è stato a Torino il 27 ottobre 2018, match terminato 1-1 con il vantaggio viola siglato dall'ex Benassi e il pari granata arrivato grazie ad un'autorete di Lafont. Lo stesso risultato è maturato anche al ritorno, giocato il 31 marzo 2019 a Torino: anche in quel caso fu la squadra toscana a portarsi avanti nel punteggio con un goal di Simeone in apertura ma il Toro trovò il pari con Baselli dopo circa una mezz'ora.

La sfida in Coppa Italia, invece, vide trionfare la Fiorentina, seppur nelle battute finali del match: a decidere l'incontro fu una doppietta realizzata da Federico Chiesa tra l'87' e il 92' che regalò il quarto di finale contro la Roma ai viola (poi vinto 7-1).

Torino

Pur concludendo la scorsa stagione al settimo posto, un piazzamento che lo escludeva dalla qualificazione europea, il Torino ha conquistato l’ammissione ai preliminari di Europa League sub-iudice dopo che l'UEFA ha punito il Milan con l'esclusione dal torneo per il mancato allineamento della società rossonera ai parametri del fair play finanziario.  Il club del presidente Urbano Cairo si è trovato costretto a dover rivedere in fretta i propri piani per l'estate in vista dei preliminari, anticipando le date del ritiro e iniziando la preparazione prima del previsto. Per il Torino si è trattato di un ritorno al calcio internazionale dopo ben quattro stagioni d'assenza, ma purtroppo il sogno è durato ben poco.

La squadra di Walter Mazzarri ha debuttato nel secondo turno delle qualificazioni di UEFA Europa League, rilevando il posto conquistato sul campo dalla Roma (direttamente ammessa alla fase a gironi dopo la rinuncia del Milan il ripescaggio dei torinesi). Il primo avversario contro cui ha dovuto vedersela la formazione piemontese è stato il Debrecen. All'andata, giocata in casa, il Toro ha sconfitto gli ungheresi 3-0, mentre al ritorno la formazione granata si è imposta in trasferta 1-4, passando il turno con un punteggio totale di 7-1. Nell'andata del terzo turno, invece, a cadere sotto i colpi dei piemontesi sono stati i bielorussi del Šachcër Salihorsk.

Il match d'andata ha visto la squadra di Mazzarri imporsi in casa con un sonoro 5-0 frutto di una doppietta di Belotti e dei goal di Izzo, De Silvestri e Bonifazi. Al ritorno a Minsk, invece, il match è terminato con un pareggio ininfluente: al pari di Zaza a 10' dalla fine ha risposto una rete realizzata su calcio di rigore da Yanush allo scadere. Il Torino così si è qualificato per il playoff per l’ammissione alla fase a gironi di Europa League contro gli inglesi del Wolverhampton, contro i quali non c’è stato nulla da fare. A Torino è finita 2-3 per i Wolves che si sono imposti anche nel match di ritorno vincendo 2-1, con la conseguente estromissione dei granata.

Sfumato l’accesso all’Europa League, il timore dei tifosi del Toro era che non arrivasse più nessun acquisto. Il club piemontese, infatti, con il nuovo direttore sportivo Massimo Bava (promosso dal settore giovanile dopo che Petrachi si è accasato alla Roma) si è prodigato in particolar modo per portare a termine il riscatto di quattro calciatori granata che erano stati presi in prestito nella scorsa stagione e che avevano ben figurato nell’arco di tutto il campionato: Cristian Ansaldi (dall'Inter), Koffi Djidji (dal Saint-Etienne), Ola Aina (dal Chelsea) e Simone Zaza (dal Valencia). Possono essere considerati alla stregua di nuovi acquisti due giocatori che sono tornati a far parte in pianta stabile della rosa torinista dopo essere rientrati dai prestiti della scorsa stagione come Lyanco, tornato dal Bologna, e Kevin Bonifazi, tornato alla base dopo il campionato vissuto da protagonista con la SPAL. Alla fine, Cairo si è regalato un colpo a effetto nonostante l’esclusione dai gironi UEFA, acquistando Simone Verdi dal Napoli nell’ultimo giorno di mercato per una cifra che arriverà a 25 milioni di euro.

La partenza in campionato del Torino è stata positiva con i due successi di fila contro Sassuolo e Atalanta ma poi sono arrivati due tonfi di fila contro Lecce e Samp. L'incostanza nei risultati è proseguita con la vittoria sul Milan, il k.o. di Parma e il pari di Napoli. Ancora una sconfitta a Udine e un pari in casa con il Cagliari. Poi il brutto passo falso dell'Olimpico contro la Lazio e la sconfitta nel derby. Solo la vittoria in casa del Brescia ha dato una boccata d'ossigeno, perché poi è arrivato il brutto k.o. in casa con l'Inter.

Fiorentina

Lo scorso campionato si è concluso in maniera assolutamente negativa per la Fiorentina con il club che ha raggiunto la certezza della salvezza soltanto all’ultima giornata, chiudendo al sedicesimo posto in classifica. Nel finale di stagione si sono consumate le dimissioni di Stefano Pioli, che ha abbandonato il suo incarico in contrasto con la proprietà. Al suo posto è stato richiamato Vincenzo Montella che aveva già allenato i toscani per tre stagioni dal 2012 al 2015, ottenendo tre piazzamenti al quarto posto. Neanche il ritorno dell’Aeroplanino, tuttavia, è servito a dare una svolta ai risultati della Fiorentina, chiudendo il campionato a suon di sconfitte e pareggi. Un epilogo totalmente diverso rispetto alle aspettative di inizio stagione, quando l’obiettivo fissato era il ritorno in Europa.

Le sorti della Fiorentina, tuttavia, potrebbero cambiare in meglio con l’avvento della nuova proprietà. Sul finire dello scorso campionato, infatti, il club è stato al centro di un’offerta d’acquisto da parte dell’imprenditore italo-americano Rocco Commisso (salito agli onori delle cronache per aver già provato a rilevare il Milan, un paio di stagioni fa). La proposta del proprietario del colosso delle telecomunicazioni Mediacom ha fatto vacillare la famiglia Della Valle che dopo 17 anni al comando della Fiorentina (gli ultimi dei quali trascorsi in clima di aperta contestazione da parte della maggior parte del tifo) ha scelto di passare la mano e cedere la società. L’ACF Fiorentina, dunque, ha cambiato proprietà dopo 17 anni.

Al suo arrivo a Firenze, Commisso, emigrato negli Stati Uniti d’America quando aveva appena 9 anni insieme alla famiglia originaria di Marina di Gioiosa Jonica in Calabria, è stato accolto trionfalmente dal popolo viola. L’entusiasmo è stato generato soprattutto dalla promessa di non vendere il gioiello Federico Chiesa, che la stampa sportiva voleva già promesso agli eterni rivali della Juve, e dai proclami relativi al voler fare della Fiorentina un club che possa lottare per obiettivi importanti. Il rafforzamento di una squadra passa ovviamente per il mercato e da questo punto di vista i viola andavano quasi rifondati.

In porta non c’è più Lafont: Montella ha deciso di puntare su Dragowski, rientrato dopo 6 mesi all’Empoli. Sono stati ceduti anche Vitor Hugo e Jordan Veretout, finiti al Palmeiras e alla Roma. Mentre il brasiliano non è ancora stato rimpiazzato, a centrocampo è arrivato Milan Badelj, tornato a Firenze dopo una sola stagione alla Lazio. Doppio colpo in entrata dal Sassuolo dal quale sono stati prelevati Kevin-Prince Boateng e Pol Lirola: suggestivo in particolar modo l’innesto del ghanese, reduce da 6 mesi da comprimario al Barcellona e pronto a rilanciarsi in viola. Importante anche la cifra spesa per l’acquisto del laterale spagnolo campione d’Europa under 21, a cui verrà affidata la fascia destra. Un altro acquisto importante è quello di Erick Pulgar, mediano della nazionale cilena preso dopo quattro stagioni con la maglia del Bologna. Negli ultimi giorni di mercato Commisso ha stupito tutti mettendo a segno un colpaccio con l’ingaggio di Franck Ribéry, ex stella del Bayern Monaco e della nazionale francese. Oltre al campione transalpino, sono arrivati in viola anche l’interista Dalbert, lo svincolato Caceres e il giovane attaccante brasiliano Pedro.

Dopo aver ottenuto soli due punti nelle prime quattro giornate (2 sconfitte e 2 pari), la Fiorentina ha trovato la sua prima vittoria contro la Samp alla quinta giornata e da quel momento ha inanellato altri due successi, battendo Milan e Udinese. Dopo il pari in casa del Brescia, la Fiorentina ha perso con la Lazio, vinto in casa del Sassuolo e pareggiato col Parma fino a subire due brutte sconfitte contro Cagliari e Verona.