La sfida tra Brescia e Inter torna a riproporsi dopo ben otto stagioni di assenza. Le due squadre si affronteranno allo stadio Mario Rigamonti martedì 29 ottobre 2019, nel turno infrasettimanale valevole per la decima giornata di Serie A. Dando un rapido sguardo alle quote Brescia-Inter si può immediatamente vedere come gli addetti ai lavori ritengano favorita la squadra di Antonio Conte: il 2 dei nerazzurri, nell’ambito delle scommesse Brescia-Inter, viene offerto con una quota relativamente bassa, e non potrebbe che essere così, vista la differenza di valori a disposizione delle due squadre. Ad ogni modo, bisogna tenere conto che il Brescia in questo campionato ha sempre ben figurato con le grandi, e che Mario Balotelli, uno degli ex della sfida, potrebbe fare di tutto per giocare un brutto scherzo alla sua ex squadra. Alte le quote Brescia-Inter per il pari, mentre sembrano abbastanza probabili giocate come il goal-goal o l’over 2,5.
Brescia e Inter si sono affrontate un totale di 35 volte nel campionato di Serie A. Lo storico nella sfida tra le due squadre racconta di 20 successi per i nerazzurri, 11 pareggi e soltanto 3 vittorie del Brescia. L’ultimo incrocio in campionato tra le due squadre risale all’11 marzo 2011: in quell’occasione si giocava allo stadio Mario Rigamonti e il match finì con il risultato di 1-1. L’Inter si portò in vantaggio dopo quasi 20 minuti di gioco grazie a una rete di Samuel Eto’o ma – quando i nerazzurri accarezzavano già l’idea del successo – arrivò la rete dell’Airone Caracciolo a 5 minuti dal 90’ che fissò il risultato sul pari. Era terminato in parità anche l’incontro del girone d’andata giocato a San Siro il 6 novembre 2010: curiosamente i marcatori furono gli stessi, con il Brescia che andò a segno con Caracciolo dopo un quarto d’ora e l’Inter post-triplete di Benitez che riuscì a pareggiare soltanto su rigore trasformato al 73’ da Eto’o.
L’ultima vittoria interista a Brescia risale all’8 maggio 2005: a firmarla fu principalmente Oba-Oba Martins, autore di una doppietta (e svariate capriole…) ma trovò la via del goal anche Bobo Vieri, che fissò il risultato sul definitivo 3-0. L’ultima vittoria del Brescia al Rigamonti contro l’Inter, invece, risale addirittura alla stagione 2000-2001: a griffarla fu il leggendario Roberto Baggio (ex dei nerazzurri) dal dischetto, trasformando un rigore concesso per uno sciagurato intervento di Cirillo su Emanuele Filippini.
Per trovare l’ultima vittoria in Serie A del Brescia contro l’Inter bisogna tornare indietro alla stagione 2003-2004: a San Siro le rondinelle s’imposero 1-3 nonostante l’iniziale vantaggio di Stankovic, poi dilagarono con i goal di Caracciolo, Del Nero e l’autorete di Helveg.
Il Brescia è reduce da un’annata memorabile nel campionato di Serie B, vinto per la quarta volta nella storia del club. Il primo posto tra i cadetti ha consentito alle rondinelle di tornare a disputare la Serie A per la 23^ volta nella sua storia dopo ben 8 stagioni di assenza. Il principale artefice dell’impresa della società lombarda è Eugenio Corini, tecnico che ha guidato alla promozione la squadra dopo un campionato dominato e al quale è stata giustamente rinnovata la fiducia, anche in virtù delle precedenti esperienze con il Chievo e con Il Palermo (squadre in cui peraltro aveva militato anche da calciatore).
Per Corini allenare il Brescia è un qualcosa di speciale: Genio, così come lo chiamavano quando era in attività, sia per l’assonanza col suo nome, sia perché quasi sempre era il ‘cervello’ in campo delle squadre in cui ha giocato, è infatti originario di Bagnolo Mella, comune in provincia di Brescia e proprio con le rondinelle ha iniziato la sua carriera da professionista, esordendo in Serie B nel 1987-1988. Si tratta dunque di un allenatore che oltre ad aver dato una precisa identità alla squadra ha un legame particolare con la piazza.
Anche per questo motivo il direttore generale Cardinaletti, ma soprattutto il presidente e proprietario del club Massimo Cellino, hanno cercato di consegnarli una squadra più competitiva possibile. Il primo passo è stato mantenere in rosa gli elementi più validi, su tutti il giovanissimo e promettente Sandro Tonali, ambito da squadre di Serie A e anche straniere, e il bomber Alfredo Donnarumma. Nel corso dell’estate, poi, sono arrivati diversi calciatori per rinforzare la rosa. A cominciare dalla porta, dove è stato tesserato il colosso finlandese Jesse Joronen, 197 cm, ex portiere del Copenaghen, costato una cifra vicina ai 5 milioni di euro. Per rinforzare la difesa, oltre al riscatto di Mateju dal Brighton, sono stati presi il giovane Giangiacomo Magnani dal Sassuolo e il venezuelano John Chancellor dall’Al-Alhy Doha. Preso anche l’esterno Bruno Martella dal Crotone.
Il centrocampo si è arricchito con la scommessa ceca Jaromir Zmrhal, acquistato dallo Slavia Praga, e con un calciatore che già conosce bene la Serie A come l’italo-brasiliano Romulo, arrivato dal Genoa dopo il prestito della scorsa stagione alla Lazio. Gli acquisti di maggiore rilievo, tuttavia, sono arrivati in attacco: dai francesi del Clermont Foot, è stato acquistato il classe ’97 Florian Ayé, dal Sassuolo è arrivato in prestito Alessandro Matri, ma il vero colpo è soltanto uno e risponde al nome di Mario Balotelli. Dopo aver trascorso le ultime tre stagioni in Ligue 1 vestendo le maglie di Nizza e Olympique Marsiglia, Super Mario ha deciso di rimettersi in gioco in Serie A, ripartendo dalla squadra della città in cui è cresciuto e per cui non aveva mai giocato: una mossa che potrebbe rivelarsi fondamentale per rilanciare una carriera le cui promesse non sono state mantenute fino in fondo. E perché no, anche riconquistare la maglia della Nazionale con vista sull’Europeo del 2020. Dopo 6 giornate di campionato, il Brescia occupa il 16° posto in classifica con 6 punti, frutto di 2 vittorie e 4 sconfitte.
Tornata stabilmente nell'Europa che conta con due qualificazioni consecutive alla Champions League, l'Inter ha intrapreso un percorso mirato a riportare il club nel novero delle big europee. La pietra angolare di questo progetto è Antonio Conte, il nuovo tecnico ingaggiato dal Gruppo Suning per dare forma e sostanza ai propri ambiziosi piani per la società nerazzurra. L'ex tecnico di Juve, Nazionale italiana e Chelsea ha preso il posto di Luciano Spalletti il quale aveva raggiunto gli obiettivi prestabiliti dalla proprietà, ma che è stato accantonato per far posto a un tecnico ritenuto ideale per far fare il salto di qualità all'Inter, in particolare dal punto di vista della mentalità. Un altro elemento chiave nella ristrutturazione societaria e tecnica dell'Inter, è stato l'ingresso nei quadri dirigenziali di Beppe Marotta, deus ex machina dei successi della Juve insieme al fido ex collaboratore Paratici. Il contributo del nuovo dirigente nerazzurro, affiancatosi al direttore sportivo Ausilio, è stato determinante nell'alzare il livello delle operazioni di mercato interiste.
Appena arrivato ad Appiano Gentile Antonio Conte, ha messo immediatamente le cose in chiaro con dirigenza e squadra, indicando i calciatori che non avrebbero fatto parte del suo progetto. A fare le spese della politica da sergente di ferro dell’ex commissario tecnico della nazionale, sono stati Radja Nainggolan, ceduto al Cagliari, Ivan Perisic, venduto al Bayern Monaco, e soprattutto Mauro Icardi. L’ex capitano merita un discorso a parte: dopo le turbolenze dell’anno scorso (ritiro della fascia da capitano e autoesclusione di quasi due mesi), l’argentino era stato reintegrato fino al termine del campionato ma tutto lasciava presagire a un addio a fine stagione. L’arrivo di Antonio Conte, in seguito, ha messo fine a ogni speranza di continuare a vestire nerazzurro per Icardi. Dopo un braccio di ferro durato tutta l’estate, in cui non sono mancati momenti di tensione tra cause per mobbing e richieste di danni, il centravanti nato a Rosario si è convinto a lasciare Milano dopo 7 stagioni in cui ha realizzato 124 gol. La cessione di Icardi si è sbloccata soltanto l’ultimo giorno di mercato: alla fine è prevalsa la linea dell’Inter che è riuscita a far rinnovare il contratto all’argentino nonostante la cessione in prestito con diritto di riscatto al Paris Saint-Germain. I francesi potranno optare per l’acquisto al termine del campionato ma anche se non dovessero esercitare questa opzione, l’Inter non rischia di perdere Icardi senza un adeguato ritorno economico.
Venendo al mercato in entrata, una delle prime trattative concretizzate dai nerazzurri è stata quella che ha portato a Milano Diego Godin, difensore dell’Atletico Madrid e capitano della nazionale uruguaiana, prelevato a parametro zero. Sulle fasce sono arrivati Valentino Lazaro, dall’Herta Berlino, e Cristiano Biraghi, prodotto del vivaio interista, riacquistato dalla Fiorentina. Il centrocampo, invece, si è arricchito con due calciatori che rappresentano due grandi speranze per il calcio italiano come Nicolò Barella e Stefano Sensi, prelevati rispettivamente da Cagliari e Sassuolo per cifre importanti. Gli acquisti più importanti, tuttavia, si sono registrati in attacco dove sono stati acquistati due top player come Romelu Lukaku e Alexis Sanchez, entrambi acquistati dal Manchester United. Dopo le prime giornate di campionato, i nerazzurri sono in testa alla classifica a punteggio pieno.