Quote Atalanta-Real Madrid: le migliori scommesse

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Mercoledì 24 febbraio 2021 alle 21:00 il Gewiss Stadium di Bergamo ospiterà la gara di andata degli ottavi di finale di Champions League 2020-2021 tra Atalanta e Real Madrid. I nerazzurri si sono qualificati agli ottavi chiudendo al secondo posto con 11 punti nel Gruppo D alle spalle del Liverpool. I Blancos, invece, hanno staccato il pass per la fase a eliminazione vincendo il Gruppo B (in cui c'era anche l'Inter), precedendo di due punti il Borussia Mönchengladbach. Le quote per Atalanta-Real Madrid su Eurobet mostrano un approccio molto equilibrato da parte dei bookmakers: l'1 dei ragazzi di Gasperini è pagato a 2,60 mentre il 2 degli spagnoli è offerto a 2,55. L'eventuale pareggio, invece, viene proposto a 3,65.

Il parere degli addetti ai lavori, incaricati di formulare le quotazioni per le scommesse su Atalanta-Real Madrid, inoltre, sembrano credere molto alla possibilità della riuscita di esiti come l'over 2,5, bancato a 1,45, e il gol-gol proposto a 1,40.

Precedenti Atalanta-Real Madrid

Tra Atalanta e Real Madrid non esistono precedenti in gare ufficiali né in Champions League né in altre competizioni. Quella del 24 febbraio sarà la prima partita in assoluto tra Atalanta e Real Madrid. Gli unici due precedenti del club bergamasco contro una squadra spagnola risalgono all’edizione 2019-2020 della Champions League, quando Gasperini e i suoi affrontarono il Valencia agli ottavi di finale, vincendo sia all’andata 4-1, sia al ritorno 4-3.

Il Real Madrid è una sorta di avversario classico per le squadre italiane nelle coppe europee: il club più titolato della Champions League ha incrociato 76 volte squadre di club del nostro Paese, con un bilancio estremamente positivo che racconta di 39 vittorie, 11 pareggi e 26 sconfitte. La squadra italiana contro cui il Real ha giocato il maggior numero di sfide è la Juventus, incontrata 21 volte, seguita da Inter (17), Milan (15), Roma (12), Napoli e Lazio (4), Torino (2) e Fiorentina (1).

 

Atalanta

Conquistando per due stagioni di fila il terzo posto in campionato, l’Atalanta si è imposta all’attenzione di chi ancora si ostinava a definirla una ‘favola’, credendo ad un exploit momentaneo. Ora che si è scrollata di dosso qualsiasi etichetta, la formazione bergamasca si può annoverare a tutti gli effetti tra le squadre più temibili del campionato italiano di calcio e la sua fama sta crescendo anche oltre i confini del nostro Paese, visto che per il secondo anno di fila la Dea ha centrato la qualificazione alla Champions League.

Già nella scorsa edizione, Gasperini e i suoi furono in grado di stupire chiunque: dopo una fase a girone che sembrava condannarli all’eliminazione dopo le prime tre partite, i nerazzurri hanno ottenuto la qualificazione agli ottavi di finale in maniera del tutto insperata dove hanno strapazzato il Valencia ottenendo l’accesso ai quarti. Soltanto lì, al cospetto di un top club come il PSG, si è interrotta la prima storica campagna di Champions dell’Atalanta, ma la squadra ha dimostrato di potersela giocare con chiunque.

Assolutamente desiderosa di ripetere quanto di buono fatto nella passata edizione, la squadra bergamasca è riuscita a superare la fase a gironi di Champions anche in questa edizione e ora, agli ottavi di finale, è attesa da una sfida contro un’altra spagnola, ma di ben altra levatura, ossia il Real Madrid, società che con 13 trionfi nella manifestazione detiene il record di vittorie della Champions League. Inutile dirlo, l’ostacolo è durissimo ma l’Atalanta ha dimostrato di ‘vivere’ per serate come quella contro il Real e non è da escludere possa dire la sua anche contro la squadra di Zidane. In campionato, intanto, il club nerazzurro è in linea con le sue aspettative, in piena corsa per la qualificazione alla Champions League del prossimo anno e inoltre ha raggiunto la finale di Coppa Italia (in programma il 19 maggio contro la Juve all’Olimpico), conquistata ai danni del Napoli dopo aver trionfato nella semifinale di ritorno.

Durante il calciomercato estivo la dirigenza della Dea ha cercato di preservare i propri pezzi pregiati. L’unico calciatore che ha fatto parte della crescita dell’Atalanta in questi anni a lasciare il gruppo è stato il belga Timothy Castagne, esterno che non era un titolare fisso, venduto agli inglesi del Leicester. Dopo due stagioni vissute in prestito, la società bergamasca ha acquistato a titolo definitivo dal Chelsea il croato Mario Pasalic, sborsando 15 milioni. La stessa cifra è stata investita per l’acquisto di Aleksey Miranchuk, trequartista della nazionale russa, prelevato dalla Lokomotiv Mosca. Le scelte in attacco sono aumentate con l’innesto di un giovane olandese di belle speranze, Sam Lemmers, acquistato per la somma di 9 milioni di euro dal PSV. Un’altra operazione importante condotta dalla dirigenza nerazzurra è stata ottenere in prestito biennale Christian Romero, difensore centrale argentino arrivato dalla Juventus, subito diventato un punto fermo della difesa.

Le cessioni della società nerazzurra, oltre a quella di Castagne, hanno riguardato il giovane Amad Diallo, classe 2002, venduto al Manchester United per una cifra che comprensiva di bonus potrà arrivare a 40 milioni di euro. Ma l’addio più clamoroso, nel mese di gennaio, è stato quello del Papu Gomez, venduto al Siviglia dopo la rottura dei rapporti con l’allenatore Gasperini. Uno scenario del tutto impensabile fino a qualche mese fa, visto che l’argentino è tra i giocatori che più hanno contribuito ad elevare lo status dell’Atalanta nelle ultime stagioni. Sempre nel mercato di riparazione sono stati risolti i prestiti di Cristiano Piccini, tornato al Valencia, e di Johan Mojica, rientrato al Girona per essere poi girato all’Elche. La Dea, inoltre, ha visto entrare nelle proprie casse circa una ventina di milioni di euro dalle cessioni divenute definitive di Mancini alla Roma e del duo Berisha-D'Alessandro alla Spal. Ai ferraresi in prestito è stato girato anche Lennart Czyborra. A gennaio i nerazzurri hanno messo a segno anche due nuovi acquisti, passati in sordina ma che potrebbero essere importanti per il futuro, ossia il danese Joachim Mahele e l’ucraino Victor Kovalenko.  

Real Madrid

Al termine della scorsa stagione il Real Madrid è tornato a laurearsi campione della Liga spagnola dopo due campionati consecutivi vinti dai rivali del Barcellona. L’ultimo successo dei Blancos in campionato, risaliva alla stagione 2016-2017. La firma sul 34° titolo nazionale del Real, l’ha messa Zinedine Zidane, tecnico che è stato un simbolo del club da giocatore e che ha replicato la sua parabola di successo anche in panchina. Il francese, infatti, negli anni scorsi è stato l’artefice della vittoria di ben tre edizioni della Champions League di fila (un risultato che gli ha consentito di eguagliare il primato detenuto da Carlo Ancelotti e dal manager inglese Bob Paisley, diventando al tempo stesso il primo e unico allenatore ad aver vinto tre edizioni consecutive della Coppa dei Campioni/Champions League).

Dopo l'ultima Champions vinta, al termine della stagione 2017-2018, Zizou aveva scelto di affrancarsi dal Real Madrid, forse in cerca di nuovi stimoli. Ad ogni modo, la lontananza dal club madrileno, che è diventata la sua casa non è durata a lungo. L’ex fuoriclasse francese è stata la prima scelta del presidente Florentino Perez dopo l'esonero di Julen Lopetegui e la breve parentesi da traghettatore di Santiago Solari. Zidane è tornato in carica come tecnico della prima squadra del Real Madrid l'11 marzo 2019 e da allora il club ha portato a casa una Supercopa de España 2019 ai rigori contro l’Atletico (la nona finale vinta su 9 disputate da allenatore del Real) e il secondo titolo nazionale da allenatore.

Nella stagione in corso i Blancos occupano comunque una posizione di vertice in campionato (è secondo in solitaria) ma sono costretti a inseguire i rivali cittadini dell’Atletico Madrid, che conducono la Liga con 6 punti di vantaggio (e una partita in meno). In Copa del Rey l’avventura è finita ai sedicesimi contro l’Alcoyano (squadra di terza serie), mentre in Supercoppa di Spagna l’eliminazione è arrivata in semifinale contro l’Athletic Bilbao. In Champions, invece, non senza difficoltà, il Real è passato come primo del suo gruppo e ora incontrerà l’Atalanta agli ottavi di finale. 

Poco da dire sulle due sessioni di calciomercato che di fatto hanno visto la società spagnola attiva soltanto in uscita. Dopo anni di campagne acquisti faraoniche, Florentino Perez non ha comprato neanche un giocatore. Ad ogni modo, il Real Madrid ne ha approfittato per dare una sistemata ai conti, incassando oltre 100 milioni di euro dalle cessioni di diversi giocatori: l'uscita più remunerativa è stata quella di Achraf Hakimi, ceduto all'Inter per 40 milioni di euro dopo il biennio trascorso in prestito al Borussia Dortmund. Altri 35 milioni di euro sono entrati nelle casse madridiste dalla cessione di Sergio Reguilón agli inglesi del Tottenham. Ha lasciato il Real anche il fantasista Oscar Rodriguez, venduto al Siviglia per 13,50 milioni di euro. Ceduti poi i giovani Javi Sanchez (Valladolid), Jorge de Frutos e Dani Gomez (entrambi ceduti al Levante). Prestiti anche per Borja Mayoral e Brahim Diaz, arrivati in Serie A con le maglie rispettivamente di Roma e Milan.