Quote Inter-Shakhtar: le migliori scommesse

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Mercoledì 9 dicembre alle 21 San Siro ospiterà la sfida dell'ultima giornata della fase a gironi di Champions league tra Inter Shakhtar Donetsk, un incontro che potrebbe risultare decisivo per le sorti del gruppo B in cui tutte le squadre possono ancora sperare di qualificarsi. Sicuramente la strada è molto complicata per l'Inter, che occupa l'ultimo posto in classifica con cinque punti ma può aspirare ad arrivare almeno al secondo posto: l'Inter si qualificherà se batterà lo Shakhtar e se la sfida tra Real Madrid e Borussia Mönchengladbach non terminerà in parità. Se invece non vince arriverà quarta. Le quote relative alle scommesse Inter-Shakhtar Donetsk su Eurobet.it sono nettamente favorevoli alla squadra di Antonio conte: l'1 dei nerazzurri è bancato a 1,32, mentre il 2 degli ucraini paga 8,80 volte la posta iniziale. L'eventuale pareggio viene proposto a 5,70. Secondo gli addetti ai lavori incaricati di stilare le quote Inter-Shakhtar Donetsk, sarà una partita da over 2,5, esito quotato a 1,37 ma anche il gol-gol ha discrete probabilità di verificarsi e viene quotato a 1,68.

Precedenti Inter-Shakhtar Donetsk

Inter e Shakhtar Donetsk si sono affrontate sia in Champions League, sia in Europa League. Il primo incrocio risale alla stagione 2005-2006, quando i nerazzurri affrontarono gli ucraini nel terzo turno preliminare di UEFA Champions League: dopo aver vinto 0-2 a Donetsk con i gol di Oba Oba Martins e Adriano, la squadra allenata da Roberto Mancini pareggiò 1-1 al ritorno a San Siro (gol di Recoba ed Elano Blumer) e si qualificò alla fase a gironi. I destini delle due squadre sono tornati ad incrociarsi nella stagione 2019-2020 in semifinale di UEFA Europa League che in quell'occasione era in gara secca: sul neutro della Merkur Spiel-Arena di Düsseldorf la squadra di Antonio Conte s'impose con un roboante 5-0 frutto delle doppiette di Lautaro Martinez e Romelu Lukaku e del gol di Danilo D'Ambrosio. L'Inter guadagnò la finale ma poi dovette arrendersi al Siviglia. 

 

 

Inter

Essere giunti al secondo posto in Serie A ad un solo punto dalla Juventus e in finale di Europa League, seppur sconfitti dal Siviglia, certifica i grandi progressi compiuti dall’Inter che sta cercando di tornare una squadra ai vertici del calcio italiano ed europeo. L’annata 2019-2020 per Antonio Conte e i suoi si è conclusa senza trofei, è vero, ma se si guarda a dove si trovava la società nerazzurra fino a qualche stagione fa, quando il ritorno in Champions League era l’obiettivo principale, sono stati compiuti dei passi in avanti davvero insindacabili. 

 

Gran parte del merito, più che al tecnico va al Gruppo Suning, azionista di riferimento del club che sta facendo il possibile per rendere competitiva la squadra sui livelli della Juventus, pur rimanendo nei limiti imposti in termini di budget dai regolamenti UEFA sul fair play finanziario. E pensare che verso la fine della scorsa stagione il caos ha rischiato di tornare protagonista ad Appiano Gentile, dopo le tensioni emerse tra Conte e la proprietà, con il tecnico che lamentava di essere stato poco protetto nel corso dell’annata. Dopo un abile lavoro diplomatico, la frattura tra allenatore e vertici del club sembra esser stata ricomposta e le parti hanno scelto di proseguire il matrimonio (anche perché Conte è il tecnico più pagato del nostro campionato con un ingaggio da 12 milioni di euro all’anno…). Il direttore generale Beppe Marotta e dal il responsabile dell’area tecnica Piero Ausilio, hanno fatto tutto il possibile per assottigliare il gap con la Juventus, conducendo un mercato importante estivo importante.  

 

Il primo acquisto dei nerazzurri è stato Achraf Hakimi, esterno marocchino di passaporto spagnolo, pagato 40 milioni al Real Madrid, dopo essersi due stagioni in prestito al Borussia Dortmund. Ausilio e Marotta hanno riscattato Sensi e Barella da Sassuolo e Cagliari e in attacco, per infoltire le alternative a disposizione di Conte, hanno ripreso il giovane Andrea Pinamonti (cresciuto nel settore giovanile interista) dal Genoa. Il tasso di esperienza della Beneamata è cresciuto ancora dopo l’innesto di due veterani come Aleksandar Kolarov, preso per poco meno di un paio di milioni di euro dalla Roma, e Arturo Vidal, acquisito dopo essere stato lasciato libero dal Barcellona. Da svincolato è arrivato anche Alexis Sanchez, che era già stato in prestito ai nerazzurri dal Manchester United nello scorso campionato: risolto il contratto che lo legava al club inglesi, il cileno ha potuto firmare un nuovo accordo a titolo definitivo con i nerazzurri. È rientrato dal prestito al Bayern Monaco (con cui ha vinto il Triplete), anche Ivan Perisic. L’ultimo acquisto in ordine di tempo è stato Matteo Darmian dal Parma, jolly difensivo che aumenta le alternative di Conte.


Chi invece è andato via da Milano è Borja Valero, a cui non è stato rinnovato il contratto (è tornato alla Fiorentina). Dopo una sola stagione è stato ceduto anche Diego Godìn, letteralmente svenduto al Cagliari (per liberarsi di un ingaggio pesante). Inoltre Valentino Lazaro è tornato in Bundesliga per vestire la maglia del Borussia Mönchengladbach che lo ha preso in prestito con obbligo di riscatto e Antonio Candreva, è stato venduto alla Sampdoria. A fine mercato è andato via anche João Mario, ceduto allo Sporting Lisbona.

Shakhtar

Fondato nel 1936 come Stachanovec', lo Shakhtar Donetsk è insieme alla Dinamo Kiev una delle due formazioni più titolate del campionato ucraino. Insieme alla squadra di Kiev, è uno dei due club ucraini ad aver trionfato nelle coppe europee e il primo e finora unico club ucraino, dopo lo scioglimento dell'URSS, ad avere vinto una competizione europea, la Coppa UEFA 2008-09. Nel palmares della squadra arancionera figurano 13 campionati ucraini, 13 Coppe d'Ucraina (record condiviso con la Dinamo Kiev), 8 Supercoppe d'Ucraina (record), 4 Coppe sovietiche e una Supercoppa sovietica. A causa della guerra del Donbass, dal 2014 lo Šachtar disputa le proprie partite interne fuori casa: inizialmente si è servito dell'Arena L'viv di Leopoli (1 000 km più a ovest) e poi, dal 2017, dello Stadio Metalist di Charkiv (250 km a nord-ovest di Donec'k). 


A partire dal 2020, la squadra gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Olimpico di Kiev, città che ospita anche la sede del club. Una delle caratteristiche principali degli ucraini è quella del legame con il Brasile. Da oltre una decina d'anni, infatti, il club annovera nelle sue fila tantissimi calciatori verdeoro (basti pensare che il sito ufficiale, oltre che in inglese e in ucraino è disponibile in lingua portoghese). Soltanto nella rosa 2020-2021 ci sono ben 11 brasiliani! E non è un caso che la filosofia di gioco sia molto diversa da quelle delle squadre appartenenti all'ex blocco sovietico: lo Shakhtar è una squadra che prova a giocare a pallone attraverso il fraseggio e predilige i calciatori dotati di grande tecnica individuale. Gli allenatori che sono succeduti al maestro Mircea Lucescu (oggi sulla panchina della Dinamo Kiev) sono stati di lingua e nazionalità portoghese: prima Paulo Fonseca (oggi tecnico della Roma), poi Luis Castro (attuale tecnico), una circostanza inevitabilmente volta a favorire l'inserimento dei calciatori brasiliani in un contesto difficile e radicalmente diverso come quello ucraino.