Quote PSG Manchester United

Quote scommesse PSG-Manchester United  

Quote PSG-Manchester United: scopri le migliori scommesse

Per la gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Manchester United in programma il 6 marzo 2019 alle 21:00 al Parco dei Principi di Parigi, i bookmakers hanno già individuato la squadra favorita per la vittoria finale e per il passaggio del turno.

In virtù delle due reti realizzate nella gara d’andata, il pronostico è tutto a favore dei parigini: la vittoria della squadra di Tuchel al triplice fischio viene offerta a 1,53 volte la posta iniziale scommessa. Al contrario, gli addetti ai lavori ritengono molto difficile l’eventuale successo del Manchester United con la quota del 2 offerta a 5,70. Quota abbastanza alta anche per il pareggio, bancato a 4,50. Nel mercato delle doppie chance, la più conveniente risulta l’X2 (pareggio o vittoria Manchester United), pagata a 2,50.

I quotisti si aspettano una partita che potrebbe regalare spettacolo e goal, per questo non deve meravigliare che l’over 2,5 sia offerto a 1,57, in contrapposizione all’under 2,5 pagato a 2,25. Appare, inoltre, più probabile che entrambe le squadre riescano a segnare motivo per cui il goal-goal viene pagato a 1,68, mentre il no-goal è offerto a 2,05

Precedenti PSG-Manchester United

A parte un precedente in amichevole risalente all’International Champions Cup nell’estate del 2015, in cui s’imposero i francesi con il risultato di 0-2 (reti di Zlatan Ibrahimovic e Blaise Matuidi), Manchester United e Paris Saint-Germain non si erano mai incontrate in gare ufficiali prima della gara dello scorso 12 febbraio 2019.

A Old Trafford si è potuto assistere ad una grande serata di calcio. Pur privo di due stelle del calibro di Neymar e Cavani, il Paris Saint Germain è riuscito ad ottenere una vittoria di importanza cruciale. Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato, grazie a una prestazione di grande intelligenza tattica (merito dell’ottima lettura del tecnico tedesco Tuchel), i campioni di Francia sono riusciti ad imporsi al Teatro dei Sogni (soprannome con cui è conosciuto l’impianto sportivo di Old Trafford a Manchester) grazie alle reti di Kimpembé e Mbappé, siglate entrambe nella ripresa.

A mettere lo zampino in entrambe le marcature dei parigini è stato un ex come Angel Di Maria, estroso argentino che nella sua esperienza a Manchester, durata appena una stagione, non era riuscito a lasciare il segno deludendo le aspettative (la sua peggior stagione in carriera, annata 2014/2015 con 27 presenze e 3 reti in Premier League), al quale qualcuno ha persino tirato una birra dagli spalti.

A rendere ancora più buia la serata del Manchester United, tornato bruscamente coi piedi sulla terra dopo aver conquistato 25 dei 27 punti disponibili in Premier League, da quando Solskjær è stato assunto al posto di José Mourinho, è stata l’espulsione rimediata per doppio giallo da Paul Pogba: il doppio cartellino mostrato all’ex juventino dall’arbitro Orsato impedirà al centrocampista di prendere parte alla gara di ritorno al Parco dei Principi.

Paris Saint-Germain

La stagione in corso sembra aver in serbo grandi cose per il Paris Saint-Germain, compagine che dall’avvento della ricchissima proprietà qatariota nell’estate del 2011 ha imposto la sua egemonia in Ligue 1, vincendo 5 campionati (in precedenza ne aveva vinti soltanto due nelle stagioni 1985-1986 e 1993-1994) e facendo incetta di coppe nazionali (4 Coppe di Francia, 5 Coppe di Lega e 6 Supercoppe di Francia).

La squadra allenata dal tedesco Thomas Tuchel – grazie a un organico composto da alcuni dei migliori giocatori al mondo in ogni reparto del campo – veleggia spedita verso l’ottavo titolo di campione di Francia della sua storia con numeri impressionanti: +17 (con una partita in meno) sul secondo posto in classifica occupato in solitaria dal Lille, miglior attacco con 77 reti segnate (il secondo è quello del Lille, con 47 centri) e miglior difesa con sole 14 reti subite (segue ancora il Lille con 23 goal al passivo).

Tre giocatori tra i primi 5 marcatori del campionato con il giovane fenomento Kylian Mbappe a quota 22, Edinson Cavani a quota 17 e Neymar (al momento fermo per infortunio) a quota 13. L’unico neo (se così si può chiamare) della stagione dei parigini, fin qui, è costituito dall’eliminazione patita ai quarti di finale di Coppa di Lega contro il Guingamp, il Paris Saint-Germain, tuttavia, resta ancora in corsa per la Coppa di Francia e soprattutto per la UEFA Champions League.

Proprio quest’ultimo torneo è quello che interessa maggiormente la squadra del presidente Nasser Al-Kelhaïfi: nonostante gli investimenti milionari per portare all’ombra della Tour Eiffel i top player più forti in circolazione, il Paris Saint-Germain non è mai riuscito ad andare oltre i quarti di finale nella più prestigiosa competizione per club europea. Quest’anno la squadra di Tuchel – che ha fatto tesoro delle passate batoste internazionali, sembra essere ancora più forte rispetto al passato e soprattutto ha dato l’impressione di avere una maggiore esperienza nella competizione, una componente fondamentale per le squadre che aspirano a sollevare la “Coppa dalle grandi orecchie”.

Dopo essersi classificata al primo posto del combattutissimo Girone C, in cui erano presenti anche Liverpool, Napoli e Stella Rossa di Belgrado, i parigini sono stati sorteggiati contro il Manchester United per disputare gli ottavi di finale. Il match d’andata disputato a Old Trafford contro i Red Devils, che erano in un gran momento di forma coinciso con l’insediamento in panchina del norvegese Ole Gunnar Solskjær al posto di José Mourinho, è stato un autentico successo: il Paris Saint-Germain è riuscito a portare a casa il primo atto della sfida con gli inglesi imponendosi al ‘Teatro dei Sogni’ col punteggio di 0-2 grazie alle reti messe a segno da Presnel Kimpembe e dal solito Kylian Mbappe.

Durante il match, giocato a ritmi molto elevati e che ha visto parecchi ammoniti in entrambi gli schieramenti, i francesi hanno anche causato l’espulsione del connazionale Paul Pogba, che non sarà a disposizione nella sfida di ritorno in programma al Parco dei Principi il prossimo 6 marzo. Forte di due reti in trasferta, il passaggio ai quarti di finale non dovrebbe essere in discussione.

Manchester United

C’era una volta una squadra temuta e rispettata, abituata a fare incetta di trofei nazionali e internazionali. Quella squadra, una delle più vincenti del calcio inglese è il Manchester United Football Club, che può vantare ben 66 trofei e 13 campionati dal 1992-1993 ad oggi (20 se si contano anche i 7 titoli vinti quando il campionato inglese era conosciuto come First Division).

Il punto di svolta nella storia del Manchester United – che pure aveva vissuto un periodo di gloria a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 quando in panchina c’era Sir Matt Busby con i suoi ragazzi terribili detti ‘Busby Babes’ (tra cui c’era anche il mitico George Best) – si è avuto nel novembre del 1986, quando sulla panchina dei Red Devils si è seduto un altro allenatore scozzese, quell’Alex Ferguson che sarebbe poi stato nominato Sir in virtù dei successi conseguiti alla guida del club di Manchester.

Una storia durata più di 26 anni in cui Sir Alex, allenando campioni come Giggs, Scholes, Beckham, Cole, Yorke, Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney ha riempito la bacheca con ben 38 trofei, riuscendo a diventare l’unica squadra inglese a centrare il treble (Premier League, Champions League, FA Cup) nella stagione 1998-1999.

Dopo l’addio di Fergie, per il Manchester United sono iniziati i problemi, coincisi anche con la rapida ascesa dei rivali cittadini del Manchester City che pur non potendo contare sulla stessa tradizione sportiva dei Red Devils hanno potuto beneficiare dei ricchissimi investimenti degli sceicchi, nuovi proprietari del club. Sulla panchina dello United, da quel momento si sono alternati David Moyes, per un breve periodo Ryan Giggs, Louis Van Gaal, e infine José Mourinho. Pur avendo vinto dei trofei, neanche l’olandese (vincitore di una FA Cup) e lo Special One sono riusciti a donare rinnovata grandezza al Manchester.

Dopo due stagioni e mezzo in cui ha vinto che un’Europa League, una Coppa di Lega e una Charity Shield si è conclusa anche l’avventura del portoghese: a metà dicembre, dopo aver ottenuto soltanto 7 vittorie in 17 partite di Premier League, José Mourinho è stato esonerato. Fatale la sconfitta 3-1 nella sentitissima partita contro il Liverpool.

Il giorno dopo la dirigenza del Manchester ha comunicato l'affidamento del ruolo di manager della prima squadra a una leggenda dello United: soprannominato "the Baby Faced Assassin" per il suo aspetto giovanile e la spietatezza sotto porta, fu lui a segnare la rete dell'1-2 che completò l'incredibile rimonta dei Red Devils nella memorabile finale di Champions League contro il Bayern Monaco della stagione 1998-1999.

Dall’arrivo del norvegese il rendimento dello United ha come d’incanto subito una sterzata impressionante: in 10 partite di Premier League con Ole al timone, sono arrivate 8 vittorie e 2 pareggi, e la squadra ha eliminato Arsenal e Chelsea qualificandosi ai quarti di finale di FA Cup. L’unica nota negativa è stata il k.o. nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, lo 0-2 patito in casa contro il PSG. Il 6 marzo al Parco dei Principi – dove mancherà anche lo squalificato Pogba – servirà un’impresa per ribaltare il risultato che vede i parigini in testa di due reti in trasferta ma quando di mezzo c’è Solskjær, mai dire mai.

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