Quote Bologna-Juventus: le migliori scommesse

Lunedì 22 giugno alle 21:45 lo stadio Renato Dall'Ara ospiterà la sfida Bologna-Juventus valevole per la 27ª giornata di Serie A. I padroni di casa sono reduci dalla sconfitta in casa della Lazio mentre la Juventus proviene dalla vittoria in casa contro l'Inter. I rossoblu non vincono in casa con la Vecchia Signora ormai da 22 anni, non a caso le quote Bologna-Juventus su Eurobet.it vedono ampiamente favorita la formazione allenata da Maurizio Sarri: il 2 della Juventus è pagato a 1,55 mentre l'1 del Bologna è offerto a 6,00 e il pari a 4,15. Secondo i quotisti, nonostante le difficoltà ad andare in gol palesate dai bianconeri negli ultimi atti della Coppa Italia, è consigliabile optare per le scommesse Bologna-Juventus sul segno over 2,5 offerto a 1,72. Poca differenza tra le quote di Bologna-Juventus sul segno gol-gol, offerto a 1,80 e il no gol bancato a 1.90.

Precedenti Bologna-Juventus

I precedenti totali in Serie A tra Juventus e Bologna sono in totale 145. Nel testa a testa è nettamente in vantaggio la formazione bianconera che ha vinto ben 74 partite contro le sole 23 vittorie degli emiliani. In 48 occasioni, invece, la sfida è finita in parità. La Juventus è nettamente in avanti anche nel computo dei goal segnati, 234 contro i 143 del Bologna. Se si prendono in considerazione solamente le 72 sfide giocate in casa del Bologna il risultato non cambia: la Juventus si è imposta in 31 occasioni contro i 18 successi degli emiliani mentre in 23 occasioni la sfida è terminata in parità.

L'ultima volta che le due squadre si sono affrontate risale al girone di andata del campionato in corso: il 19 ottobre 2019 si giocava all'Allianz stadium e il match finì 2-1 per i bianconeri, passati in vantaggio con Cristiano Ronaldo e provvisoriamente raggiunti da una rete di Danilo. A inizio ripresa il gol partita realizzato da Miralem Pjanic.

L'ultimo precedente tra le due squadre al Dall'Ara risale alla stagione 2018-2019, partita in cui la Juventus s'impose 0-1 grazie a una rete segnata da Paulo Dybala dopo circa un'ora di gioco.

Per trovare l'ultimo successo del Bologna in casa contro la Juventus bisogna tornare indietro addirittura fino al 29 novembre del 1998 quando i felsinei s'imposero 3-0 con le reti realizzate da Michele Paramatti, Giuseppe Signori e Davide Fontolan nella prima mezz'ora di gioco.

Bologna

Dopo il decimo posto della scorsa stagione, il Bologna si è proiettato alla nuova stagione con maggiori ambizioni, confermate anche dagli importanti investimenti effettuati dal patron Joey Saputo sul mercato estivo. Come pietra angolare del progetto rossoblu, il patron italo-canadese ha subito provveduto alla conferma del tecnico Siniša Mihajlović, legatosi al club con un contratto triennale.  Un altro innesto importante fuori dal campo è stato quello di Walter Sabatini, in qualità di coordinatore dell'area tecnica, al fianco del direttore sportivo Riccardo Bigon. Dopo la conferma dell’allenatore, il club emiliano ha iniziato le proprie operazioni riscattando alcuni dei calciatori presi in prestito nella passata stagione e che avevano ben figurato: i riscatti hanno riguardato il duo oriundo composto da Nicola Sansone e Roberto Soriano, i cui cartellini appartenevano entrambi al Villarreal, poi i rossoblu hanno fatto diventare permanenti anche gli accordi con Danilo dell'Udinese e Riccardo Orsolini dalla Juventus (sebbene i bianconeri vantino un diritto di recompra valevole per il futuro), affrontando un importante esborso economico.

Oltre ai calciatori che sono stati riscattati dai prestiti, alla rosa dei felsinei si sono aggiunti il difensore Mattia Bani dal Chievo, e due elementi di grande prospettiva come Jerdy Schouten, prelevato dall'Excelsior e Stefano Denswil, acquistato dal Club Bruges. Davvero molto interessante l'operazione che ha portato all'ombra delle due torri il duttile difensore giapponese Takehiro Tomiyasu dal Sint-Truiden, un classe 1998 già nel giro della nazionale maggiore nipponica in grado di disimpegnarsi da difensore centrale e da terzino. Altra operazione davvero interessante, soprattutto in ottica futura, è quella che ha portato a Bologna il promettente esterno offensivo di nazionalità danese Andreas Skov Olsen, acquistato dal Nordsjælland. L'ultimo arrivo in ordine di tempo, invece, ha riguardato un rinforzo di grande esperienza come Gary Medel, colonna della nazionale cilena, prelevato dal Beşiktaş: per lui si tratta di un ritorno in Italia dopo aver vestito la maglia dell’Inter. Analizzando le cessioni, invece, hanno lasciato Casteldebole Lyanco, Simone Edera e Federico Mattiello: i primi due sono rientrati al Torino, il terzo all'Atalanta. La Sampdoria, ha optato per il riscatto di Alex Ferrari, mentre Emil Krafth è stato ceduto a titolo definitivo all'Amiens, così come l’uruguagio Felipe Avenatti allo Standard Liegi.

Sono andati via da Bologna anche il difensore svedese Helander, ceduto in Scozia ai Glasgow Rangers e Adam Nagy, venduto agli inglesi del Bristol City. La cessione più importante, tuttavia, è stata certamente quella di Erick Pulgar, venduto per una decina di milioni di euro più bonus alla Fiorentina. Nella parte iniziale della stagione l’intero ambiente rossoblu ha dovuto mettere in secondo piano tutte le vicissitudini sportive per un evento inaspettato: lo scorso 13 luglio 2019, infatti, il tecnico del Bologna Sinisa Mihajlović ha annunciato pubblicamente di essersi ammalato di leucemia. Per l’allenatore si è trattato di una scoperta avvenuta in maniera fortuita, eseguendo i controlli medici di rito prima dell'inizio della nuova stagione. La notizia della malattia di Mihajlovic ha inevitabilmente generato stupore e solidarietà da parte di tutto il mondo dello sport e non solo ma ancor più sorprendente è stata la reazione dell'allenatore serbo, noto per il suo temperamento: nonostante la malattia, infatti, Sinisa ha sorprendentemente deciso di non rinunciare al suo incarico pur sapendo di non poter garantire la sua costante presenza in panchina per via dei cicli di chemioterapia.

Dopo 44 giorni di ricovero, lo scorso 25 agosto 2019 Sinisa - pur visibilmente provato nell’aspetto fisico - è tornato a sorpresa a sedere in panchina nella gara d'esordio in campionato del Bologna, giocata in casa dell'Hellas Verona (match terminato sul punteggio di 1-1). Pur non potendo essere sempre presente in panchina, Miha è riuscito a creare un clima positivo intorno alla sua squadra (tra i momenti più emozionanti va ricordato i suoi giocatori sono andati a trovarlo in ospedale dopo la grande rimonta in casa del Brescia in una sfida finita 3-4 per gli emiliani). Al netto di un inizio di stagione sicuramente più anomalo rispetto al solito, il Bologna sta disputando una buona stagione: al momento la squadra occupa il decimo posto in classifica con 34 punti ed è distante appena 5 lunghezze dal sesto posto che vale la qualificazione ai preliminari di Europa League.

Juventus

Dopo aver vinto otto scudetti di fila nelle ultime otto stagioni la dirigenza della Juventus ha deciso di dare uno scossone alla squadra, che avrebbe potuto subire una fase di appagamento, affidando la guida tecnica a Maurizio Sarri dopo il divorzio con Massimiliano Allegri, artefice degli ultimi cinque titoli della Vecchia Signora. Puntare in maniera così decisa sull’ex allenatore del Napoli, reduce dall’Europa League vinta nella sua unica stagione alla guida del Chelsea, non è stata affatto casuale: alla Juve, infatti, nonostante le vittorie tra i confini italiani è stata mossa a più riprese la critica di privilegiare il risultato a scapito del bel gioco. Dunque chi meglio dell’artefice di quel Napoli che giocava così bene quasi recitasse uno spartito, per cambiare l’identità tattica dei bianconeri? Certo l’avvicendamento in panchina non è stato dei più semplici visto che Sarri gioca in una maniera totalmente diversa da allegri per mentalità e schemi. Le perplessità attorno al nuovo tecnico, ad ogni modo, sono state spazzate via già dopo qualche giornata da vittorie importanti come quelle ottenute proprio col Napoli e con l’Inter.

In pochi però sono sorpresi di tutto ciò poiché la Juve è una società che può contare su campioni del calibro di Cristiano Ronaldo e altri top player in ogni settore del campo e dunque l'apprendimento dei movimenti di Sarri non sta risultando poi così problematico. Certo qualche neo, come la finale di Coppa Italia persa ai rigori proprio col Napoli, resta, ma la Juve prima in classifica è ancora in corsa per il nono scudetto e per la Champions.

La Juve targata Sarri non è cambiata moltissimo rispetto alla scorsa stagione: da Torino sono andati via João Cancelo, ceduto al Manchester City nell’ambito dello scambio con Danilo più conguaglio di 28 milioni di euro, e Moise Kean, venduto all'Everton per una cifra che con i bonus si aggira attorno ai 30 milioni di euro. Ceduto anche Leonardo Spinazzola, scambiato col romanista Luca Pellegrini (a sua volta ri-prestato al Cagliari). L’acquisto più oneroso è stato quello di Matthjis de Ligt, prelevato per 70 milioni di euro dall'Ajax, e destinato a diventare la nuova colonna della difesa bianconera, insieme al turco Merih Demiral, possente centrale prelevato dal Sassuolo. Ci sono stati innesti di qualità anche a centrocampo dove sono arrivati a parametro zero Aron Ramsey e Adrien Rabiot da Arsenal e Paris Saint-Germain. A questi nomi e al sopracitato Danilo, si aggiungono due vecchie conoscenze dei bianconeri come Gigi Buffon e Gonzalo Higuain, entrambi di ritorno a Torino (l'ex portiere della Nazionale è rientrato dopo un solo anno al PSG, mentre l'argentino, non è stato riscattato dal Chelsea.