Quote Roma-Shakhtar Donetsk: le migliori scommesse

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Giovedì 11 marzo alle ore 21:00 lo Stadio Olimpico di Roma ospiterà l'incontro d'andata degli ottavi di finale di Europa league tra la Roma e lo Shakhtar Donetsk. Non sarà un confronto inedito tra due squadre che si sono già affrontate diverse volte sul palcoscenico della Champions League, sarà invece un confronto nuovo per l'Europa League. Consultando le quote di Roma-Shakhtar Donetsk offerte su Eurobet si può notare come i bookmakers ritengano favorita la formazione giallorossa: l'1 è bancato a 1,58, una quota sensibilmente inferiore al 2 proposto a 5,20 mentre la X è pagata a 4,25. Secondo chi ha stilato le quote per questo incontro, si dovrebbe assistere ad un confronto senza eccessivi tatticismi, motivo per cui l'over 2,5 a 1,57 e il gol-gol a 1,65 sembrano essere due delle scelte da tenere in maggiore considerazione.

Precedenti Roma-Shakhtar Donetsk

Roma e Shakhtar Donetsk si sono già affrontate diverse volte in competizioni ufficiali, ma questa è la prima volta che tale confronto avviene in UEFA Europa League. I sei precedenti esistenti tra le due squadre (2 vittorie della Roma, 4 dello Shakhtar) sono infatti tutti avvenuti in Champions League.

La prima volta che questi due club si sono affrontati è stata nella fase a gironi della stagione 2006-2007. Nella gara d'andata si imposero nettamente i giallorossi vincendo 4-0 con i gol di Rodrigo Taddei, Francesco Totti, Daniele De Rossi e David Pizarro, mentre al ritorno vinse lo Shakhtar con un gol del romeno Ciprian Marica.

La sfida si è riproposta agli ottavi di finale dell'edizione 2010-2011 e questo precedente è sfavorevole ai giallorossi, che persero entrambe le partite. All'Olimpico finì 2-3: nonostante l'iniziale vantaggio della squadra allora allenata da Claudio Ranieri grazie all'autorete di Razvan Rat, lo Shakhtar pareggiò con Jadson, raddoppiò con un giovanissimo Douglas Costa e segnò anche il terzo gol con Luiz Adriano. Nella ripresa Jeremy Menez ridusse lo svantaggio per la Roma ma il suo gol non fu sufficiente a evitare la sconfitta. Al ritorno gli arancioneri si imposero nettamente grazie ai gol di Thomas Hubschman, Willian ed Eduardo, staccando il pass per i quarti.

L’ultima partita tra Roma e Shakhtar Donetsk risale a tre stagioni fa. La sfida agli ottavi di finale di Champions si è ripetuta infatti anche nell'edizione 2017-2018, questa volta sorridendo alla squadra italiana: nonostante la sconfitta 2-1 nella partita d'andata (in cui la Roma andò in vantaggio con Cengiz Under, salvo poi essere battuta grazie ai gol di Facundo Ferreira e Fred), i capitolini riuscirono a strappare il passaggio del turno vincendo 1-0 all'Olimpico (decisivo il gol di Edin Dzeko), passando in virtù del gol in trasferta.

Roma

Arrivata al quinto posto della classifica di Serie A nella passata stagione, la Roma ha ottenuto la qualificazione alla UEFA Europa League 2020-2021, un obiettivo di ripiego rispetto al traguardo della Champions, vera ambizione del club. In estate la società giallorossa è stata al centro di un avvicendamento di proprietà che ha visto il club passare dalle mani di James Pallotta a quelle del Friedkin Group, rappresentato dal businessman americano Dan Friedkin. Come primo passo la nuova proprietà ha confermato in panchina il tecnico Paulo Fonseca, allenatore portoghese che era già alla guida della squadra nella passata stagione, nonostante circolassero molte voci inerenti alla volontà di ripartire da un nuovo allenatore possibilmente di spessore.

Decisivo per la conferma di Fonseca è stato il finale di stagione positivo della scorsa annata ma è chiaro che la proprietà e i tifosi si aspettino qualcosa di più, visto e considerato che la squadra giallorossa non solleva un trofeo da quasi 13 anni (precisamente dal 24 maggio 2008, data in cui vinse la Coppa Italia in finale contro l’Inter). Un arco di tempo decisamente troppo lungo per una compagine che rappresenta la Città Eterna e che si definisce ambiziosa e intenzionata a spezzare il dominio delle squadre del Nord.

Le prestazioni della squadra di Fonseca, pur con qualche defaillance, fino ad ora sono state tutto sommato buone e in linea con le aspettative della proprietà: la Roma occupa momentaneamente il quinto posto in solitaria con 47 punti ed è a soli 2 punti di distanza dai primi piazzamenti utili per la qualificazione alla Champions League. In UEFA Europa League, invece, la formazione capitolina è approdata fino agli ottavi di finale (dopo aver vinto il proprio gruppo, ha battuto il Braga ai sedicesimi) dove affronterà lo Shakhtar Donetsk. In estate la rosa è stata rinforzata con diversi acquisti: uno degli innesti di maggiore spessore è stato quello di Pedro, esperto attaccante spagnolo divenuto celebre ai tempi del Barcellona e con la maglia della Spagna, prelevato a scadenza di contratto dal Chelsea.

Il club giallorosso ha poi acquisito definitivamente il cartellino di Henrik Mkhitaryan, trequartista armeno già in prestito ai giallorossi nella scorsa stagione, lasciato libero dall’Arsenal. Stesso destino, ma a fronte del pagamento di 15 milioni di euro, è toccato a Chris Smalling, prelevato dal Manchester United dopo aver disputato una buona stagione in prestito nello scorso campionato. Per la difesa è stato acquistato Marash Kumbulla, centrale italo-albanese sbocciato nell’Hellas Verona. Un ulteriore rinforzo per l'attacco è stato Borja Mayora, giunto in prestito dal Real Madrid (e in estate cercato anche dai cugini della Lazio), un'alternativa per Edin Dzeko (che in questa stagione ha vissuto momenti di tensione poi rientrati con Fonseca).

Le partenze a titolo definitivo nel calciomercato della Roma sono state quelle di Patrick Schick, venduto al Bayer Leverkusen, e di Mert Cetin, ceduto all’Hellas Verona. Gregoire Defrel è stato riscattato dal Sassuolo, e lo stesso è avvenuto per Maxime Gonalons con il Granada. Via a titolo definitivo anche Cengiz Under, ceduto agli inglesi del Leicester mentre Diego Perotti si è accasato al Fenerbahce. Verso la fine del mercato estivo sono stati ceduti anche Aleksander Kolarov (Inter) e Alessandro Florenzi (Pari Saint-Germain). Ci sono stati alcuni movimenti anche nel mercato di gennaio della Roma, con l'acquisto del giovane laterale statunitense Bryan Reynolds dall'FC Dallas, e il ritorno di Stephan El Shaarawy, dopo aver rescisso con lo Shanghai Shenhua.

Shakhtar Donetsk

Negli ultimi 20 anni lo Shakhtar Donetsk si è imposto come club egemone della Premier League ucraina, il campionato di massima divisione ucraino, spodestando di fatto la Dinamo Kiev (anche se quest'ultima resta ancora la più società più titolata del Paese, con 15 campionati vinti). Basti pensare che dalla stagione 2001-2002, anno in cui lo Shakhtar ha potuto festeggiare il suo primo titolo, ne sono seguiti altri 12, portando a 13 il numero complessivo di campionati vinti, con la Dinamo chè riuscita a spezzare il dominio in sole quattro occasioni. 

La storia dello Shakhtar, inizia qualche anno dopo rispetto a quella della Dinamo (nata nel 1927): il club ucraino fu fondato nel 1936 e inizialmente era conosciuto con il nome di Stachanovec' (denominazione che prendeva ispirazione da Aleksei Stakhanov, celebre minatore che divenne un simbolo della propaganda socialista negli Anni '30), e con cui prese parte al campionato sovietico. Nel 1946 il club cambiò denominazione diventando Shakhtyor, un nome che conservò fino al 1992 quando ha assunto l'attuale nome di FC Shakhtar Donetsk.

Oltre ad essere una delle due formazioni più titolate del campionato ucraino, insieme alla Dinamo Kiev, lo Shakhtar è uno dei due club ucraini a poter vantare un trionfo nelle coppe europee e il primo e finora unico club ucraino, dopo lo scioglimento dell'URSS, ad avere vinto una competizione europea, la Coppa UEFA 2008-09. La bacheca della società arancionero oltre ai 13 campionati ucraini contiene 13 Coppe d'Ucraina (record che condivide con la Dinamo Kiev), 8 Supercoppe d'Ucraina (record), 4 Coppe sovietiche e una Supercoppa sovietica. 

Dal 2014 in poi, a causa dello scoppio del conflitto del Donbass tra Ucraina e Russia, lo Shakhtar è costretto a disputare le proprie partite interne fuori casa, poiché la Donbass Arena, stadio che era considerato un autentico gioiello, è stato gravemente danneggiato da alcuni colpi di mortaio. In un primo momento il club arancionero ha giocato le sue partite all'Arena L'viv di Leopoli, poi si è trasferito nello Stadio Metalist di Charkiv, mentre attualmente gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Olimpico di Kiev, città che ospita anche la sede del club. 

Chi ha già sentito parlare dello Shakhtar Donetsk conosce molto bene il legame di questo club con il Brasile. Da oltre una decina d'anni, infatti, lo Shakhtar conta in rosa un numero altissimo di calciatori brasiliani (un'influenza talmente forte da indurre la società a tradurre il proprio sito ufficiale, oltre che in inglese anche in portoghese). La dimostrazione di quanto appena affermato è la rosa 2020-2021 che annovera ben 11 atleti verdeoro. Tutto ciò non è assolutamente casuale: la filosofia di gioco dello Shakhtar, infatti, è molto diversa rispetto a quella di tante squadre appartenenti all'ex Unione Sovietica. A dispetto del soprannome di 'Minatori' (come sono soprannominati in patria), lo Shakhtar è una squadra nota per il suo modo di giocare a calcio che dà grande importanza al fraseggio, mettendo al primo posto la tecnica individuale. Un modo di giocare acquisito grazie a Mircea Lucescu (vecchia conoscenza del calcio italiano che oggi guida i rivali della Dinamo Kiev) e proseguito dai suoi successori, entrambi portoghesi, prima Paulo Fonseca (attuale tecnico della Roma) e poi Luis Castro tutt'ora alla guida dello Shakhtar. Chiaro l'intento di favorire l'inserimento dei calciatori brasiliani in un contesto radicalmente diverso, specialmente dal punto di vista linguistico, come quello ucraino. Un'ultima curiosità: nel 2002 lo Shakhtar fu allenato dall'italiano Nevio Scala, tecnico che condusse il club alla conquista di uno scudetto e di una coppa nazionale.