Pronostico e probabili formazioni di Argentina-Uruguay

Lo stadio nazionale Mané Garrincha sta per mettere in scena il big match Argentina-Uruguay, in programma venerdì 18 giugno secondo l’ora locale e sabato 19 giugno in Italia. Si tratterà di una gara della seconda giornata della fase a gironi di questa Coppa America, che si disputerà nelle stesse settimane dell’Europeo. Per organizzare l’edizione di quest’anno è stato necessario passare attraverso parecchie difficoltà organizzative, tanto che la sede della manifestazione ha subito più di una modifica. L’intero torneo si svolgerà in Brasile, dopo le rinunce di Colombia e Argentina. La sede sarà dunque la stessa del 2019, quando furono proprio i verdeoro a trionfare. Di conseguenza, la Nazionale di Neymar sembra essere la favorita assoluta anche stavolta.

Argentina e Uruguay si trovano nel gruppo A con Bolivia, Cile e Paraguay. Solo una di queste verrà eliminata e non potrà giocare i quarti di finale. Per la Celeste, quella con l’Argentina sarà la prima partita in questa edizione: a causa del numero dispari di squadre inserite nei due gironi, infatti, ad ogni giornata ci sarà una Nazionale che osserverà un turno di riposo.

In caso di parità di punti tra più squadre alla fine di tutte le partite del girone, conterà in primis la differenza reti totale per determinare chi sarà ad avanzare nel tabellone. Solo in ultima istanza si procederebbe con un sorteggio, ma se a contendersi la qualificazione saranno due squadre che si affronteranno nell’ultima partita della prima fase, allora si deciderà tutto ai calci di rigore. Nei quarti e in semifinale non è previsto alcun tempo supplementare. Sia l’Argentina sia l’Uruguay sono candidate alla vittoria finale, come dimostra anche il pronostico sulla singola partita Argentina-Uruguay, che non indica una netta favorita. Parliamo pur sempre di due delle Nazionali più importanti della storia del calcio, che hanno fatto parlare spesso e volentieri di sé anche ai Mondiali. Insomma, la Coppa America è solo agli inizi, ma lo spettacolo sembra garantito già dalle primissime partite.

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Inutile nasconderlo: anche se l’esito del match è aperto, l’Argentina ha chiaramente maggiori possibilità di imporsi nell’incontro. I giocatori dell’Albiceleste si conoscono ormai da tempo e militano nei principali campionati del mondo. L’Uruguay, però, può vantare un orgoglio e uno spirito patriottico che solo pochi Paesi sono riusciti a riversare con successo nello sport. Anche per questo si prospetta una sfida molto bella e sentita.

Secondo i pronostici su Argentina-Uruguay, nel dettaglio, la quota dell’1 è bancata a 2,10 ed è inferiore rispetto a quella del 2, offerta a 3,35, esattamente come il segno X. Curioso il segno over 2,5, che ammonta a 1,95. La quota del gol-gol, invece, è bancata a 1,75. Nelle ultime occasioni le due squadre hanno pareggiato due volte, ma nel complesso è stata l’Argentina a raccogliere i risultati migliori in tempi recenti. Difficile pensare che una di queste due compagini possa essere fatta fuori già al girone, francamente. Anzi, non si può nemmeno escludere che Argentina e Uruguay si affrontino nuovamente più in là nel corso di questa edizione della manifestazione.

Probabili formazioni Argentina-Uruguay

Pronosticare le probabili formazioni è sempre complicato, specie in competizioni così breve e concentrate. L’Argentina non ha brillato particolarmente negli ultimi anni ed è perennemente alla ricerca di un riscatto. Nelle ultime due gare Scaloni ha schierato a sorpresa Emiliano Martinez in porta. In difesa potrebbero esserci Acuna, Otamendi, Romero e Montiel. De Paul, Paredes e Lo Celso confermati a centrocampo. Immancabile Messi in avanti, schierato alla destra di Lautaro Martinez, ma occhio a Nicolas Gonzalez sulla corsia mancina. La tecnica non manca, ma ancora una volta sarà la “Pulce” ad avere le maggiori responsabilità tra i suoi compagni.

L’Uruguay di Oscar Tabarez vede ancora Muslera tra i pali. A coprirlo saranno Gonzalez Apud, Gimenez, Godin e Caceres. Torreira dovrebbe agire da solo davanti alla difesa, mentre Torres Perez, Vecino, Valverde e Rodriguez Portillo si posizioneranno alle spalle di Suarez. L’attaccante dell’Atletico Madrid è oggi il punto di riferimento principale della sua Nazionale e in panchina sembra non esserci nessuno in grado di farne le veci.

Argentina

L’Argentina ha conosciuto più di una delusione negli ultimi 10 anni. Nel 2008 era arrivata la vittoria alle Olimpiadi, ma ai Mondiali in Sudafrica il ct Maradona non riuscì a valorizzare il materiale a disposizione e dopo aver superato il Messico tra mille polemiche arbitrali l’Albiceleste fu travolta dalla Germania per 4-0 nei quarti di finale. 4 anni più tardi l’Argentina riuscì a farsi beffe di Svizzera, Belgio e Olanda nella fase ad eliminazione diretta, ma ancora una volta i tedeschi si misero sul cammino dei sudamericani e in finale ebbero la meglio nel secondo tempo supplementare. Fu l’inizio delle critiche per Messi, più volte sul punto di lasciare la maglia della Nazionale per dedicarsi esclusivamente al Barcellona. Il campione blaugrana non è mai stato un vero trascinatore e nello spogliatoio sono stati i vari Di Maria e Tevez a far sentire la loro personalità. Ancora oggi, la “Pulce” sogna di alzare un trofeo con l’Argentina.

I sudamericani non potevano immaginare che avrebbero ingoiato due bocconi amari in Coppa America, da lì a breve. Martino arrivò in finale nel 2015 e nel 2016, arrendendosi di fronte al Cile ai calci di rigore. Considerando le varie finali perse consecutivamente, i record negativi per questa squadra iniziarono a diventare pesanti, oltre che a suonare come una condanna per quei giocatori che avevano partecipato a tutte le spedizioni poi rivelatesi nefaste. 

I dubbi della “Pulce” riemersero, ma anche con Bauza e Sampaoli, comunque, alla fine Messi è rimasto al suo posto. Ai Mondiali del 2018 l’Argentina ha rischiato l’eliminazione già al girone, ma proprio Messi riuscì a farsi valere contro la Nigeria. Tuttavia, nel turno successivo fu tutto inutile contro la Francia, che si impose per 4-3. Sin dall’inizio di quel Mondiale il ct era finito sul patibolo mediatico e la spaccatura definitiva era dietro l’angolo. Di conseguenza, da 3 anni a questa parte è Scalone a condurre la Nazionale argentina, ma ad oggi non sono ancora arrivati risultati significanti.

Nella Coppa America del 2019 l’Argentina è arrivata solo al terzo posto, superando stavolta il Cile. Quest’anno l’Albiceleste sarebbe dovuta essere tra i Paesi ospitanti della competizione, invece si troverà a giocare nuovamente in casa dei rivali più temibili, in Brasile. Pronosticare come sarebbe andata tra le mura amiche è impossibile, ma il valore tecnico di questa squadra non si può discutere. Messi, però, deve fare in fretta. Le occasioni per calcare le orme di Maradona sono ormai poche. Dopo questa Coppa America, l’obiettivo principale sarà rappresentato dal Mondiale di Qatar 2022, che si giocherà in autunno, dopodiché il futuro sarà un’incognita. Anche per uno dei calciatori più forti della storia come Messi.

 

Uruguay

La tradizione dell’Uruguay ha poco da invidiare a quella dell’Argentina. La Celeste ha fatto la storia soprattutto agli albori del vero calcio professionistico, circa un secolo fa. Fu l’Uruguay a vincere la prima edizione del campionato del mondo, nel 1930. Ancora prima, erano arrivati 2 successi alle Olimpiadi nel 1924 e nel 1928 e ben 6 affermazioni nella Coppa America, che all’epoca aveva una denominazione diversa. 

A rimanere nella memoria collettiva, però, è stata soprattutto la vittoria ai Mondiali del 1950 a discapito del Brasile, che diede vita al tragico “Maracanazo”. Per molti anni, poi, l’Uruguay non si è particolarmente distinto ai Mondiali, fino all’edizione del 2010, in cui arrivò un quarto posto. Fu il preludio al successo nella Coppa America del 2011, l’ultimo in assoluto per questa Nazionale fino ad oggi. L’Uruguay si contese il trofeo in finale con il Paraguay, rivelazione di quell’edizione. Il trionfo portò la firma di Diego Forlán, figlio e nipote d’arte: anche il padre e il nonno dell’ex attaccante dell’Inter avevano vinto la Coppa America tempo addietro. Diego riuscì quindi nell’impresa di portare avanti quella che era diventata un’incredibile tradizione di famiglia. Per l’Uruguay si trattò della quindicesima affermazione in Coppa America, a 16 anni di distanza da quella precedente. Proprio grazie a quel successo la Celeste scavalcò nell’albo d’oro l’Argentina, che ha vinto il trofeo 14 volte.

Oscar Tabarez siede sulla panchina dell’Uruguay da 15 anni. Nel 2006 la Nazionale fallì la qualificazione ai Mondiali, mentre dopo l’exploit del 2010 il cammino si interruppe agli ottavi e ai quarti di finale, rispettivamente nel 2014 e nel 2018. In Coppa America, invece, non si è mai andati oltre ai quarti dal 2015 in poi. Nel 2013 la Celeste ha partecipato anche alla Confederations Cup, in virtù del successo continentale di due anni prima: Cavani e compagni furono battuti in semifinale dal Brasile e dunque dall’Italia ai calci di rigore della finalina, chiudendo al quarto posto e ottenendo così lo stesso risultato del 1997, quando partecipò a questo torneo per la prima volta.